Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Facendo rifermento a tale avvertenza di natura evangelica, qualsiasi critica dovrebbe essere riposta pensando prima ai propri peccati, grandi o piccoli che siano. Quindi, dovremo mettere al bando l'indignazione per non finire per essere ipocriti? Probabilmente sì, ma non sempre. 

Infatti, se a comportarsi in maniera del tutto contraria alla propria funzione, è colui che è stato nominato a tutelare gli interessi di una comunità, indignarsi e puntare il dito non è un atto ipocrita, ma un atto necessario. 

Con chi indignarsi, dunque, stavolta? Con la Banca d'Italia.

Nella puntata di lunedì 13 dicembre, Report, in un servizio realizzato da Emanuele Bellano con la collaborazione di Greta Orsi, ci svela le lacune nel sistema di controllo delle banche da parte di Banca d'Italia in relazione ad una vicenda che riguardava la distribuzione e la vendita di diamanti promossa da alcuni istituti di credito come strumento di investimento.

"Con la crisi finanziaria, le banche si sono trovate di fronte a riduzioni dei profitti, perdite e problemi di solidità. I loro consigli di amministrazione hanno dato il via libera a operazioni spregiudicate che hanno fatto perdere decine di migliaia di euro a milioni di risparmiatori. Nel 2016 Report ha scoperto che Mps, Banca Intesa, Unicredit e Banco BPM vendevano ai loro clienti diamanti per un valore complessivo di circa 1,5 miliardi di euro. I vertici di DPI, una delle due società che vendevano diamanti tramite i circuiti bancari, sono stati arrestati dalla procura di Milano e indagati per autoriciclaggio di varie decine di milioni. E nel 2019, tornando sulla vicenda, Report aveva ricostruito il coinvolgimento dei vertici di alcuni istituti bancari. Banca D'Italia, nel suo ruolo di vigilanza e di sanzionamento, ha avviato un'ispezione su banca Mps.Una testimonianza esclusiva, interna al team ispettivo, rivela a Report il coinvolgimento dei massimi livelli di Mps nel sistema di distribuzione e vendita dei diamanti. Dalla fonte e grazie ai documenti recuperati, Report ha ricostruito le lacune dell’intero sistema di controllo delle banche".

Una vicenda, quella della vendita di diamanti a prezzi maggiorati fino al doppio o al triplo dei valori di mercato, di cui si è occupata e si sta occupando la magistratura con sentenze già passate in giudicato. L'aspetto su cui Report ha posto l'attenzione è il fatto che per tale vicenda Banca d'Italia sia venuta meno alla propria azione di controllo, anche sanzionatoria, nei confronti delle banche coinvolte in questo scandalo.

Le circa 6.800 persone che lavorano per Banca d'Italia, hanno il compito di verificare il comportamento degli intermediari bancari finanziari e il funzionamento dei mercati.

"Alla Banca d’Italia è affidato il compito di vigilare sulle banche e sugli intermediari disciplinati dal Testo unico bancario (TUB)50. Questo complesso di norme stabilisce i poteri che danno corpo all’attività di vigilanza, definendone anzitutto gli obiettivi: salvaguardare la sana e prudente gestione dei soggetti vigilati; la stabilità complessiva, l’efficienza e la competitività del sistema finanziario; il rispetto delle norme; la trasparenza delle condizioni contrattuali e la correttezza dei rapporti con la clientela.Nel rispetto di questi obiettivi, e nell’ambito delle competenze ad essa affidate, l’attività di vigilanza della Banca d’Italia mira a contenere e controllare i rischi assunti dagli intermediari, e a gestire in modo ordinato le crisi, puntando a minimizzare sia gli oneri per i risparmiatori e per i contribuenti, sia i rischi di contagio alle altre parti del sistema finanziario. La Banca d’Italia cura anche le iniziative per accrescere le conoscenze in materia finanziaria dei cittadini e la gestione di un sistema per risolvere eventuali controversie tra banche e clienti, mettendo a disposizione procedure facili e poco costose. ..."

Questo è quanto dichiara Banca d'Italia. Ma è vero? No, o almeno non lo è stato per la vicenda diamanti, in relazione alla mancata attività sanzionatoria che avrebbe dovuto essere fatta nei confronti di MPS e dei suoi vertici.

Lo ha rivelato a Report, con tanto di documenti e registrazioni audio forniti da un ispettore di Banca d'Italia, Carlo Bertini, che in un'intervista esclusiva a Report rivela le pressioni e le repressioni subite dai vertici della banca centrale del nostro Paese per aver indagato su Monte dei Paschi di Siena ed aver chiesto nei confronti di essa un intervento sanzionatorio. 

Carlo Bertini è stato estromesso dalla guida del team da lui controllato per le attività ispettive, per problemi comportamentali nei confronti dei propri collaboratori che, ovviamente, hanno smentito. Poi è stato costretto ad effettuare una visita psichiatrica per poter mantenere il proprio posto di lavoro. Infine, la vicedirettrice generale Alessandra Perrazzelli, gli ha chiaramente fatto capire che per fare carriera in Banca d'Italia (e non solo) doveva far finta di non vedere, "come" se fosse "una statua di marmo". Infine per aver rivelato, con tanto di registrazioni, come Banca d'Italia sia venuta meno al proprio ruolo istituzionale è stato sospeso dal lavoro, senza stipendio.

Per chi non ci credesse, questo è il servizio di Report:
www.rai.it/programmi/report/inchieste/The-whistleblower-9e4078fa-6c68-41d9-89e8-602c6837efd1.html

In un Paese normale, contestualmente al servizio giornalistico, il direttorio di Banca d'Italia si sarebbe dimesso, oppure sarebbero intervenuti presidente della Repubblica e presidente del Consiglio per ricordare ai componenti ciò che doveva esser fatto. I giornaloni mainstream avrebbero dovuto uscire con titoli in prima pagina per denunciare l'incredibile scandalo che ci è stato svelato e che mina, alle fondamenta, la credibilità dell'istituto che regola e controlla il settore bancario italiano.

Ma non accadrà niente di tutto questo. Carlo Bertini, l'eroe Carlo Bertini, rimarrà invece un pazzo fuori controllo e il direttorio di Banca d'Italia continuerà a non vedere ciò che riterrà o gli verrà suggerito utile non vedere, a seconda delle circostanze. 

Nel frattempo, il governo dei migliori, con due ex della Banca d'Italia alla guida (il governatore Mario Draghi e il direttore generale Daniele Franco), continuerà a guidare le sorti del Paese "motu proprio" con gli italiani rassicurati da lobbisti al pari di Renzi del fatto che meglio di così per loro non potrebbe andare.

Ma è questa la democrazia garantita dalla Costituzione? No, ma a nessuno sembra importare.