Il dibattito tra Trump e Harris, mediato a Filadelfia da ABC News, ha visto il candidato repubblicano ripetere i suoi soliti motivi, spesso supportati da fake news, rivolgendosi esclusivamente all'elettorato che finora lo ha supportato.

Al contrario, una più conciliante Harris, ha cercato di spiegare agli elettori che per lei nessuno è nemico e che, se eletta, sarà la candidata di tutti... anche di chi non l'ha votata, strizzando l'occhio non tanto agli "hillbilly" di Trump, ma a quegli americani che da sempre, per tradizione, hanno votato repubblicano e che poco o nulla hanno a che spartire con la retorica dell'ex presidente. Per l'attuale vicepresidente, rimane però il rebus Medio Oriente, che lei ha tutt'altro che risolto, e che potrebbe costargli caro negli Stati in bilico, a partire dal Michigan, dove la concentrazione di americani di origine araba è, almeno elettoralmente, significativa.

Il confronto tra i due parte subito con l'economia. Donald Trump ripete il suo mantra: "Con me l'economia era in ottima forma, con loro si è bloccata e l'inflazione è salita. Se Kamala Harris vincerà, diventeremo come il Venezuela". La vicepresidente, da parte sua, le ha ricordato: "Sono l'unica qui ad essere cresciuta in una famiglia della classe media, quindi so come restituire potere d'acquisto a questa fascia di popolazione", pur sapendo che l'inflazione sotto l'amministrazione Biden è cresciuta non poco.

Trump ha etichettato la Harris come "marxista" e "radicale di sinistra", cercando più volte di collegare le sue politiche a quelle del Venezuela. Poi ha promesso di ridurre drasticamente le tasse. La Harris ha risposto che il suo avversario fa annunci senza avere un piano e che la sua politica dei dazi farebbe aumentare l'inflazione, citando studi di economisti premi Nobel. Trump ribatte: "I dazi non colpiscono i consumatori, li paga la Cina, come è stato sotto la mia amministrazione". Harris risponde ricordando che Trump ha lasciato "la disoccupazione più alta dalla Grande Depressione". 

Il dibattito si sposta poi sull'aborto, dove Trump attacca affermando che "i democratici vogliono uccidere i bambini al nono mese di gravidanza". Harris non risponde, poiché si tratta di una palese fake news, e la moderatrice interviene per correggere Trump. Harris sostiene: "Il governo, e soprattutto Trump, non dovrebbe dire alle donne cosa fare con il loro corpo". In questo campo, Harris sembra più forte, considerando che i sondaggi mostrano che i diritti civili sono un tema dove raccoglie maggiore consenso. Anche sull'immigrazione Trump non risulta convincente: torna a parlare del Venezuela e lancia accuse infondate, sostenendo che "i criminali di altri Paesi sono venuti qui grazie all'amministrazione Harris", menzionando anche un falso caso di immigrati haitiani che avrebbero rubato cani e gatti a Springfield, Ohio, per cibarsene. Anche in questo caso la sua fake news è stata subito smentita dai moderatori.

Sull'energia Trump accusa Harris di ostacolare il fracking, una tecnica di estrazione di combustibili, ma lei replica che "non è contraria" e che "è necessario esplorare nuove fonti energetiche per ridurre la dipendenza dal petrolio estero".

Si torna poi ai fatti di Capitol Hill, dove Trump evita di assumersi responsabilità per quanto accaduto il 6 gennaio 2021, definendolo "pacifico e patriottico". Harris ribatte ricordando che quel giorno era presente come senatrice e accusa Trump di aver incitato la folla, menzionando anche gli eventi di Charlottesville.

Trump insiste sul fatto che con lui l'economia tornerà a crescere e rilancia il vecchio slogan "Make America Great Again". Harris lo attacca duramente: "Sei una vergogna, i leader mondiali ridono di te".

Sulle guerre in corso Trump promette di risolvere rapidamente il conflitto tra Russia e Ucraina, ma Harris lo accusa di essere manipolato da dittatori come Putin e Kim Jong Un.

Chi ha vinto e chi ha perso? I sondaggi veri ce lo diranno nelle prossime ore. Certo è che per Trump tenere il confronto con un avversario che non sia Biden è molto più difficile, se non problematico... e ieri si è visto... eccome.

Da non dimenticare, infine, che la candidatura di Harris ha ricevuto un appoggio non di poco conto, dopo che la megastar del pop Taylor Swift in un post su Instagram ha dichiarato ai suoi 280 milioni di follower (anche se certamente non tutti americani) che voterà per il candidato democratico, il che potrebbe essere un fattore decisivo per il sostegno da parte delle donne e degli elettori più giovani.

Qualche settimana fa Taylor Swift era intervenuta per smentire il sostegno a Trump, dopo che la campagna a supporto dell'ex presidente aveva fatto trapelare tale notizia.