Gilad Erdan, l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, ha bollato la risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza, approvata oggi dal Consiglio di sicurezza,  come "vergognosa". A suo dire, la risoluzione non è riuscita a chiedere un cessate il fuoco senza "condizionarlo" al rilascio dei prigionieri a Gaza, affermando che ciò "mina gli sforzi per garantire il loro rilascio".

"È dannoso per questi sforzi perché dà ai terroristi di Hamas la speranza di ottenere un cessate il fuoco senza rilasciare gli ostaggi. Tutti i membri del consiglio … avrebbero dovuto votare contro questa vergognosa risoluzione", ha affermato. "La risoluzione afferma che la cattura di civili costituisce una violazione del diritto internazionale. Eppure, d'altro canto, nonostante tu sappia che Hamas non ascolterà le tue richieste e non rilascerà gli ostaggi, chiedi un cessate il fuoco. Prenditi un momento e pensa a questa contraddizione morale", ha detto Erdan.

Vediamo adesso che cosa dicono dal fronte opposto delle due parti in conflitto a Gaza.

Basem Naim, membro dell'ufficio politico di Hamas, ha accolto con favore la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU definendola "significativa e importante", ma aggiunge che adesso sarà decisivo  vedere come la comunità internazionale agirà per costringere Israele ad attuarla.

Naim ha ricordato che per Israele i prigionieri sono solo quelli di Gaza e nel numero non sono compresi gli oltre 7.000 palestinesi detenuti dallo Stato ebraico:

"Abbiamo almeno 7.000 palestinesi rapiti dagli israeliani e li consideriamo tutti ostaggi. Se si devono liberare gli ostaggi, bisogna che l'applicazione della risoluzione si reciproca", ha detto Naim  ad Al Jazeera. "Abbiamo accolto con favore la risoluzione, ma è compito della comunità internazionale obbligare Israele, porre fine a questo doppio standard e trattare Israele come uno stato canaglia".

Hussam Badran, un altro membro dell'ufficio politico del movimento islamico di resistenza palestinese, afferma che la questione dei colloqui per garantire un cessate il fuoco è condizionata principalmente dal rifiuto di Israele di fornire garanzie su questioni fondamentali legate alla sicurezza e alla presenza dei palestinesi nella Striscia.

Secondo Badran, i punti del cessate il fuoco su cui le parti sono incagliate riguardano lo stop all'invasione, l'arrivo degli aiuti, il ritorno degli sfollati e un chiaro piano di ricostruzione. Il problema, come sostiene Israele, non si limita al rilascio dei prigionieri. Infine, ha aggiunto che Netanyahu non ha alcun interesse nel raggiungere un cessate il fuoco e starebbe, pertanto, ingannando il suo popolo e le famiglie dei prigionieri per coprire i suoi fallimenti politici.

Intanto le organizzazioni umanitarie, tutte, spingono perché dalla carta il testo della risoluzione diventi al più presto operativo. Sarà possibile? Israele non ne ha alcuna convenienza.

Infatti, non bisogna dimenticare che mentre una bella fetta della comunità internazionale cerca di dipingere la violenza in Medio Oriente come opera esclusiva dei movimenti di resistenza palestinese, definiti immancabilmente terroristi, Israele in Cisgiordania continua a fare questo...

e questo...

Se queste cose le facessero a voi, che direste dei diritti del popolo ebraico?