«La rivolta degli esclusi... ossia dei fedelissimi fino a prova contraria, di quelli che "va bene così... fino a che mi includi", capaci, FINALMENTE, di gridare alla DEMOCRATIZZAZIONE, non appena vengono messi fuori o tenuti ancora fuori. Complimenti. Tutto questo si sarebbe potuto evitare se si fosse lottato per un principio di democrazia, equità e giustizia, neutro, subito, e non per una convenienza, personale, ora. Dove eravate tutti?»
Così mercoledì, l'epurata senatrice Paola Nugnes commentava la notizia della presunta fronda grillina nei confronti del capo politico Luigi Di Maio.
Fronda catalogata dall'interessato come fraintendimento, ma che, comunque sembra dare i primi "frutti". È di oggi la notizia che la senatrice calabrese Silvia Vono ha lasciato il Movimento per aderire al gruppo Italia Viva-Psi. Non una giravolta completa, visto che, eletta in Calabria, inn precedenza era stata assessore a Soverato in una giunta guidata dal sindaco Pd Ernesto Alecci.
È di nuovo iniziata la stagione del mercato delle vacche, che anticipa o segue (in questo caso) una crisi di Governo. I sensali, mediatori o mezzani, a seconda di come si preferisca chiamarli, hanno iniziato a trattare per rimpinguare le loro schiere e far valere in più il loro peso in Parlamento con due scopi tra loro opposti... chi per rafforzare il Governo, chi per buttarlo giù.
Così, Matteo Renzi, rivolgendosi alla stampa estera oggi ha dichiarato:
«I parlamentari [d'Italia Viva] sono ad oggi 42: 27 deputati e 15 senatori. Penso che arriveremo a una cinquantina entro un mesetto... ma non vogliamo allargare troppo il numero dei parlamentari. Per noi è importante avere un piccolo gruppo, unito, tosto, credibile e capace».
Il sensale di destra (Renzi), in questo tipo di mercato era stato anticipato dal sensale di estrema destra (Matteo Salvini), che ieri aveva dichiarato di aver già a disposizione una lista di 5 senatori 5 Stelle pronti a passare nel gruppo della Lega. Quest'oggi, sempre a suo dire, quei senatori sembrerebbero addirittura quadruplicati. Se così fosse, la tenuta del governo giallorosso sarebbe a rischio.
Perché tale fibrillazione da parte dei parlamentari 5 Stelle nel voler passare ai gruppi di Renzi e Salvini? Probabilmente per un fatto "tecnico". Alcuni di loro sono al secondo mandato e, per tale motivo, alla prossima legislatura non potrebbero ricandidarsi. Offrendosi fin da subito a Lega e Italia Viva, magari potrebbero diventare determinanti per dare corpo alle trame politiche dei due leader di riferimento, guadagnandosi in tal modo meriti e possibilità per una nuova ricandidatura.
Una consuetudine inauguratasi con il primo governo Berlusconi e proseguita, con successo, fino ai nostri giorni. Da considerare che il mercato è poi finanziato con gli stipendi pagati dagli italiani con cui i senatori transfughi, rieletti nella prossima legislatura, verranno ricompensati per il loro "tradimento".
E ci saranno anche quelli che continueranno a spellarsi le mani per i due Mattei: Renzi e Salvini.