Iniziano lunedì 5 aprile in Israele le consultazioni del presidente Reuven Rivlin per assegnare l'incarico ad un premier in pectore per la formazione di un governo dopo le ultime elezioni politiche che, ancora una volta, hanno prodotto un risultato che vede la Knesset divisa a metà senza che nessun schieramento abbia o possa ottenere una maggioranza, anche risicata.

Le consultazioni di Rivlin non dovrebbero protrarsi oltre il 7 aprile, ha detto un portavoce.

Anche dopo il risultato del 23 marzo il Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu, con 30 seggi, è il partito di maggioranza relativa, ma con i suoi alleati raggiunge solo 52 seggi. Per ottenere la maggioranza nel Parlamento israeliano sono necessari almeno 61 seggi.

Ad opporsi alla coalizione di destra, dopo l'ultimo turno elettorale è il partito di centro Yesh Atid, guidato dall'ex ministro delle finanze Yair Lapid, che ha ottenuto però solo 17 seggi. La coalizione che si oppone a Netanyahu, però è molto eterogenea e comprende la lista che rappresenta gli arabi israeliani. Pertanto è difficile, se non impossibile, che possa trovare un accordo per supportare un governo.

Sul fronte opposto, la destra tenta di riportare tra le proprie fila l'ex ministro della Difesa Naftali Bennett, ex pupillo di Netanyahu, che adesso ha un proprio partito, Yamina, e che non vede di buon occhio i partiti dell'ortodossia ebraica con cui l'attuale premier ha invece sancito un patto di ferro e a cui non ha finora mai voltato le spalle.

Ma se anche Bennett dovesse passare alla destra, a quella coalizione mancherebbero almeno due seggi per avere una maggioranza a supporto del nuovo governo. Li fornirebbe volentieri il partito della destra islamica guidato da Mansour Abbas, che ne ha ottenuti 4, ma a non volerli sono proprio i partiti ultra ortodossi.

Come è ben facile comprendere, il quadro appena riassunto è per il presidente Rivlin un vero e proprio rebus... che però si sta ripetendo ormai da due anni.

Chiunque venga nominato da Rivlin avrà fino a 42 giorni di tempo per provare a formare un governo prima che il presidente assegni l'incarico  ad altri. E se anche il secondo candidato non dovesse riuscire a formare un governo, Rivlin chiamerebbe in causa la Knesset che dovrà indicare un nuovo nome. Se anche il tentativo della Knesset non avesse successo, Israele andrebbe di nuovo alle elezioni.