"Abbiamo approvato un decreto legge molto semplice, composto da un solo articolo, al netto del secondo che disciplina l'entrata in vigore, che preciso e specifico interviene sulla legge di ratifica e non sul contenuto del protocollo, e lo fa di fatto rendendo possibile utilizzare la struttura già esistente nel centro di Gjader del Cpr per le persone che vengono trasferite dall'Italia e non come prevedeva la legge di ratifica solo per quelle che venivano salvate in operazioni di soccorso in mare".
Così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, in conferenza stampa, ha spiegato il cambio di destinazione d'uso dei centri di detenzione costruiti in Albania, approvato oggi dal governo in Consiglio dei Ministri.
Per il deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali della Camera ed ex vicesindaco delle giunte di centrodestra milanesi, Riccardo De Corato,
"il via libera odierno del Consiglio dei Ministri al decreto legge sul CPR in Albania è un importante segnale di contrasto all’immigrazione clandestina e illegale che il Governo lancia all’intero Paese. Grazie all’approvazione del decreto legge, infatti, la struttura di Gjader potrà tornare attiva e svolgere funzioni importantissime. Come ha sottolineato il ministro Piantedosi, che ringrazio, ciò permetterà la riattivazione del centro che non perde la propria specificità ma si vede aumentare la propria disponibilità. La struttura nel CPR di Gjader potrà così ospitare anche i migranti irregolari presenti in Italia destinatari di un provvedimento di espulsione e di trattenimento. Questo è un beneficio dal punto di vista della sicurezza per l’intera Nazione e per la Lombardia che è la Regione con più immigrati in assoluto, circa 1.200.000. In Regione, infatti, è presente un solo Centro di permanenza per i rimpatri, quello di via Corelli a Milano, quando ne occorrerebbero almeno due".
Un CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) è una struttura destinata alla detenzione amministrativa degli stranieri irregolari in attesa di espulsione o rimpatrio, "colpevoli" di non avere un regolare permesso di soggiorno. Il trattenimento può durare fino a 18 mesi (massimo previsto dalla legge).
Tornando alla misura annunciata da Piantedosi, per chi non lo ricordasse, stiamo parlando di due strutture, costruite in Albania, che dovranno ospitare massimo 1000 persone, nel caso possano essere utilizzate entrambe, oppure 144 nel caso possa esserne utilizzata una soltanto... quella attualmente destinabile a CPR. Quindi, il governo Meloni ha speso quasi 1 miliardo di euro per ospitare in Albania, ben che vada, 1000 persone per 18 mesi.
A quel costo bisogna aggiungere tutti i costi straordinari relativi al mantenimento del personale italiano che dovrà gestire quelle strutture, oltre ai viaggi delle navi militari che dovranno occuparsi di quei trasferimenti... viaggi che costano decine di migliaia di euro.
A questo dobbiamo aggiungere la possibilità molto concreta che tale operazione possa esser ritenuta illegittima dall'attuale ordinamento italiano ed europeo e che violi l'accordo con l'Albania per il tempo massimo di permanenza dei migranti che non avrebbe dovuto superare tre mesi...
Nel caso in cui i CPR siano ritenuti legittimi, e che la nuova vergogna meloniana stavolta FUN-ZIO-NI, va poi aggiunto il fatto che dopo 18 mesi quelle persone, che quasi certamente non saranno state rimpatriate, dovranno essere di nuovo trasferite in Italia... con ulteriori costi.
È un gioco delle tre carte per far credere, a questo punto a degli idioti, che il tanto sbandierato quanto inutile e assurdo accordo con l'Albania sia servito a qualcosa, mentre, allo stato dei fatti, è un chiaro esempio di enorme spresco di denaro pubblico di cui dovrebbe immediatamente occuparsi la Corte dei Conti.
Infatti, un CPR in Italia costa una frazione del denaro speso da Meloni in Albania.