L'agenzia stampa Mizan (mizan.news) ha comunicato che l'Iran ha eseguito la seconda condanna a morte, in meno di una settimana, collegata alle proteste antigovernative per la morte di Mahsa Amini:
"Majid Reza Rahnavard è stato impiccato in pubblico a Mashahd questa mattina... è stato condannato a morte per aver fatto guerra a Dio dopo aver accoltellato a morte due membri delle forze di sicurezza".
Per le fonti ufficiali governative Rahnavard ha ucciso due membri della "Basij" e ne ha feriti altri quattro. La Basij, è un'organizzazione paramilitare sotto il diretto controllo dell'esercito dei guardiani della rivoluzione islamica, i cosiddetti pasdaran.
Gli attivisti anti-regime, sui social media, hanno condannato l'impiccagione del 23enne come "un atto criminale" perpetrato solo per scoraggiare il dissenso.
Come riportato in un tweet, la famiglia di Rahnavard è stata contattata alle 7 del mattino dalle autorità iraniane e gli è stato comunicato di andare al cimitero di Behesht-e Reza, dove il figlio era stato seppellito dopo esser stato giustiziato.
Il commissario agli Esteri dell'Ue, Josep Borrell, ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni "molto duro" contro l'Iran, a sostegno dei manifestanti che, secondo la sicurezza nazionale israeliana, non sembrano essere scoraggiati dalle esecuzioni che, al contrario, stanno facendo aumentare nell'opinione pubblica il risentimento contro il regime degli ayatollah.
Secondo HRANA, ong che si occupa di rispetto dei diritti umani, fino a domenica sono stati uccisi 488 manifestanti, di cui 68 minorenni. Durante le proteste sono morti anche 62 membri delle forze di sicurezza. I manifestanti arrestati sono stati 18.259.