In un periodo critico, quale quello che stiamo attualmente attraversando, con la sua striscia mesta di morti e contagiati, l’apporto costruttivo degli artisti assume un significato rilevante per sensibilizzare tutti a cogliere il senso della vita: fra costoro spicca il celebre cantante siculo-belga Francis Rivel. Entusiasta poeta, da sempre ha rivelato i tristi moti dell’animo umano e consacra nelle sue odi melodiose le tradizioni e la bellezza dei due Paesi, che lo hanno accolto.

Frutto della sua spontaneità e della sua tecnica musicale, a volte austera, a volte allegra, è il brano dal titolo «Il Coronavirus», volto a palesare come un piccolissimo microrganismo, moltiplicatosi vertiginosamente, sia prepotentemente entrato nelle vite di ogni essere antropico per condizionarle del tutto, fino a far perdere loro la possibilità di effettuare i più semplici ed innocenti gesti, quali una passeggiata, una stretta di mano, un abbraccio, un incontro con gli amici: in siffatta canzone, che può essere ascoltata ed apprezzata sul portale Youtube,  

www.youtube.com/watch?v=H7t7WSY_9nA

emerge tutta la tragicomicità dell’autore, che nella prima parte parla degli effetti devastanti, procurati da codesta improvvisa pandemia, che ha financo indotto ciascuno a «cambiare i nostri riti quotidiani, chiudendoci in casa, poiché la nostra vita non ha più difesa».

Successivamente il suo pensiero va alla Sicilia, che non «accetta questo virus e si chiude in se stessa», ma nell’ultima parte il pessimismo si tramuta nella speranza, poiché, essendo gli tutti uomini uguali di fronte a siffatte sciagure, invita all’unità, all’amore ed alla reciproca solidarietà, antidoti inoppugnabili a sconfiggere qualsivoglia minaccia: ciò infatti può verificarsi soltanto con una presa di coscienza unanime abbandonando definitivamente egoismi e favoritismi.

La canzone di Francis Rivel vuole essere dunque un’esortazione a non perdere mai la fiducia ed a vivere la propria esistenza all’insegna dei sommi ed autentici valori umani.