Cari amici di tutto il mondo,

mi accingo a celebrare un pantheon di giganti, quei luminari che, fin dagli albori, hanno ricevuto il più prestigioso riconoscimento del mondo letterario: il Premio Nobel per la Letteratura. Ripercorriamo la gloriosa storia di questo premio, evidenziando come ogni singolo vincitore abbia, a suo modo, innalzato l’edificio della parola scritta. Quando il Premio Nobel per la Letteratura fu istituito nel 1901, la Svezia si propose di onorare non solo la grandezza artistica, ma anche la capacità degli scrittori di produrre “nella direzione più ideale”.

Da Sully Prudhomme, il primo a essere insignito per la sua “fermezza lirica e la rara combinazione di qualità intellettuali e artistiche”, a tutti coloro che lo hanno seguito, ogni nome nella lista dei vincitori è una testimonianza dell’evoluzione del pensiero umano, delle sue gioie e dei suoi tormenti, delle sue conquiste e delle sue cadute. Scorrere l’elenco dei premiati è come attraversare un secolo di storia culturale e sociale, narrata attraverso le lenti più acute e sensibili. Abbiamo assistito alla profondità psicologica di figure come Thomas Mann e Hermann Hesse, alla maestria linguistica di Gabriel García Márquez e Toni Morrison, capaci di costruire mondi interi con la forza della loro prosa.

Abbiamo ammirato la forza della poesia, da W.B. Yeats a Pablo Neruda, capace di catturare l’anima umana in versi immortali. Il Nobel ha premiato la critica sociale di Albert Camus, la saggezza millenaria di Elias Canetti, la lucidità esistenziale di Jean-Paul Sartre (che rifiutò il premio, ma la sua grandezza rimane innegabile). Ha riconosciuto la capacità di esplorare le radici dell’identità e della storia, come in Patrick White, e di affrontare le sfide della contemporaneità, come in Nadine Gordimer. Ogni vincitore, con la propria voce unica, ha aggiunto un tassello fondamentale al vasto e complesso mosaico della letteratura mondiale.

Vorrei sottolineare l’impatto duraturo che questi autori hanno avuto. Le loro opere continuano a essere lette, studiate e amate, trascendendo i confini geografici e temporali. Sono loro i veri custodi della memoria collettiva, i profeti delle nostre aspirazioni e i cronisti delle nostre disillusioni. Attraverso le loro parole, abbiamo imparato a vedere il mondo con occhi nuovi, a comprendere l’altro e, in ultima analisi, a capire meglio noi stessi. In un’epoca di frammentazione e rumore, la letteratura nobile, quella che il Premio Nobel ha sempre cercato di celebrare, ci ricorda il potere della narrazione, la bellezza della lingua e l’importanza della riflessione. I vincitori del Nobel non sono solo scrittori; sono esploratori, filosofi, poeti, testimoni. Sono, in definitiva, gli architetti dei nostri mondi interiori. A loro va il nostro più profondo elogio e la nostra eterna gratitudine.

Patrizia Riello Pera.

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Un abbraccio dalla vostra Patrizia (scrittrice, disegnatrice e blogger).

ARTICOLO GIA’ PUBBLICATO SU ALESSANDRIA TODAY. https://alessandria.today/