L'espressione "la peggiore destra di sempre" coniata per il governo post-fascista a guida Meloni eletto in Italia può tranquillamente essere utilizzata anche per il prossimo governo israeliano guidato dal Likud del possibile delinquente Benjamin Netanyahu, visto che è tutt'ora sotto processo per ben tre diversi casi di corruzione.

Dopo il voto di ieri che si è tenuto in Israele per le politiche, quando lo spoglio ha raggiunto ormai quasi il 90% dei voti espressi, l'alleanza di cui il Likud è il partito di riferimento avrebbe ottenuto almeno 65 dei 120 seggi disponibili alla Knesset. Pertanto dopo molti anni, Israele ha, in teoria, una maggioranza certa e un governo stabile.

Il problema è che della coalizione guidata da Netanyahu fa parte anche il partito Otzma Yehudit guidato da Itamar Ben Gvir che, praticamente dal nulla, adesso rappresenta il 10% dell'elettorato israeliano, un numero praticamente identico a quello del partito dei sionisti religiosi di Bezalel Yoel Smotrich.

In pratica, Netanyahu si è alleato con gli estremisti di destra che, in nome dell'ebraismo, vogliono annettere la Cisgiordania al resto di Israele... o meglio formalizzare quella che è già un'annessione di fatto.

Come si può immaginare, non solo la situazione in Palestina diventerà ancor più incandescente di quanto già non lo sia adesso, ma rischia di finire completamente fuori controllo.

A Netanyahu, però, interessava affrontare il processo in cui  imputato investito della carica di premier e forte del fatto di aver promesso al proprio elettorato di voler riformare l'ordinamento giudiziario, in modo da metterlo sotto la tutela del governo.

Nei prossimi mesi sarà interessante, se non divertente, osservare le acrobazie degli ebrei europei (e in parte americani) che dovranno far le capriole per dimostrare quanto sarà democratico lo Stato ebraico guidato dagli estremisti di destra che non solo rivedrà le regole base della democrazia in Israele, ma estremizzerà l'attuale stato di apartheid in atto in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est.