Tra i Paesi emergenti, l'India è senz'altro quello che più di altri scalpita per scrollarsi di dosso l'etichetta, comunque ormai desueta, di Paese del terzo mondo o, come oggi si usa dire, usando un linguaggio politicamente corretto, emergente.

Ed a confermarlo, è anche la corsa per riuscire - seppure dopo Stati Uniti, Russia e Cina - a far arrivare una sua missione sulla Luna. Nonostante il fallimento della precedente, Sinvan, il responsabile dell'agenzia spaziale indiana (Isro), ha comunicato di avere come obiettivo di lanciare il Chandrayaan-3 già entro il 2020.

Come il Chandrayaan-2, la cui missione è fallita lo scorso settembre, il Chandrayaan-3 è costituito da una sonda lunare composta da un orbiter, un lander ed un rover, che verrà lanciato da un vettore nipponico, ed avrà come finalità quella di esplorare il polo sud della Luna, in un'area mai raggiunta da altri in precedenza, alla ricerca di acqua e minerali, oltre a misurare l'attività sismica del satellite. 

La missione Chandrayaan-3 avrà un costo di circa 35 milioni di dollari, anche se il costo dell'intera operazione sarà significativamente più alto.

Sivan ha dichiarato che l'India ha programmato il lancio di almeno 25 missioni spaziali entro il 2020, mentre i primi astronauti indiani che prenderanno parte ad una missione nello spazio avranno il loro battesimo non prima del 2022.