Giorgia Meloni, la sora Giorgia, non ha ancora capito quando (e quanto) sia più conveniente far finta di niente, invece che rispondere piccata alle critiche che riceve.

Lo dimostra l'ennesima querelle che la vede protagonista.

"Trovo che la voce di Giorgia sia straordinaria. La ascolto volentieri, da sempre, senza essere costretta a farlo. Così come lei non è costretta ad ascoltare me se non le piaccio. È la democrazia, funziona così ed è bella per questo. Ma su una cosa io e l'artista siamo sicuramente diverse: se a me non piacesse la sua musica o la sua voce, io non avrei bisogno di insultarla".
Così la sora Giorgia ha risposta all'altra Giorgia, la cantante, che via social, su un suo account, aveva espresso la seguente opinione: 

"Anche io sono Giorgia, ma non rompo i coglioni a nessuno!"

Una frase che, nella sua sinteticità, semplicità e chiarezza vale più di un miliardo di parole. In uno slogan ha fatto la fotografia dell'altra Giorgia, la Meloni, ci ha messo la cornice e l'ha appesa al muro.

In due parole, la Giorgia cantante ha riepilogato chi sia la sora Meloni... una che fa politica, anzi propaganda, sulla pelle di chi non conta o conta pochissimo... che non vota o che ha una scarsa rappresentanza elettorale o che non ha soldi o potere che possano costituire una qualche minaccia. 

Insomma. la Meloni campa (politicamente) sulla pelle degli ultimi. La Giorgia cantante, intelligentemente, lo ha ricordato.

Ma la cosa ancor più drammatica è che la sora Giorgia non ha ancora compreso che quello che dice non ha nulla a che fare con la democrazia, ma solo con il razzismo e, di conseguenza, con il fascismo.