Anche questa domenica in Bielorussia decine di migliaia di persone si sono riversate in strada a Minsk per chiedere le dimissioni del presidente Alexander Lukashenko, sfidando la polizia antisommossa che nella capitale ha isolato alcune zone, tra cui Piazza Indipendenza, ed ha effettuato almeno 140 arresti.
Quella odierna è l'ennesima manifestazione organizzata dalle opposizioni dopo le elezioni del 9 agosto, il cui risultato, frutto di brogli, ha riconfermato come presidente Lukashenko, al potere da 26 anni.
Anche se manifestazioni in tono minore sono state organizzate in altre città della Bielorussia, come a Brest e Grodno, la protesta principale si è svolta a Minsk dove la polizia era presente in forza, supportata da veicoli corazzati e cannoni ad acqua per proteggere soprattutto le vie di accesso al palazzo presidenziale.
“I’m not afraid.”
— Patrick Reevell (@Reevellp) August 30, 2020
From protest today in Minsk.#Belarus pic.twitter.com/VyQdDnqSjd
Così, alla folla che manifestava pacificamente con fiori, bandiere e palloncini e che comprendeva persone anziane e bambini, si contrapponevano arcigne file di poliziotti con caschi e scudi, a supporto di un dittatore che oramai rappresenta quasi solo se stesso.
Dark clouds are gathering over Minsk. As if a grimmer metaphor was needed... pic.twitter.com/GWr6Z7Fy1R
— Matthew Luxmoore (@mjluxmoore) August 30, 2020
Nessuna dichiarazione da parte di Lukashenko, che però ha voluto comunque mandare indirettamente un messaggio ai manifestanti. Lo ha fatto tramite la sua portavoce, Natalya Eismont, che all'agenzia RIA Novosti ha inviato una foto del presidente bielorusso armato di fucile con indosso un giubbotto antiproiettile.
Лукашенко засняли у резиденции с автоматом в рукахhttps://t.co/qGVYj5r2lR pic.twitter.com/IGBh2osI75
— РИА Новости (@rianru) August 30, 2020
Il presidente russo Putin ha telefonato oggi a Lukashenko per fargli gli auguri di compleanno e, secondo quanto riferiscono le agenzie, lo ha invitato a visitare Mosca, per mandare al mondo un nuovo messaggio del sostegno da parte del Cremlino, che segue quello relativo all'annuncio di una unità di riserva delle forze di sicurezza russe pronte a intervenire in Bielorussia, se necessario.