Nonostante i fermi a cui le navi delle ong vengono sottoposte dalle autorità italiane, nel Mediterraneo centrale, fortunatamente, navi umanitarie continuano ad operare prestando la loro opera di soccorso a persone che in molti casi avrebbero rischiato di morire.

Ultima tra queste, la Ocean Viking che da inizio luglio, dopo numerose operazioni di soccorso, sta ospitando a bordo  572 sopravvissuti

L'ultima operazione è avvenuta domenica, con il salvataggio, dopo 5 ore, di 369 persone ammassate su un barcone che più volte ha rischiato di ribaltarsi.

Nonostante ciò, l'Europa e l'Italia continuano contrastare il lavoro delle ong e a finanziare quell'organizzazione malavitosa che opera sotto il nome di Guardia costiera libica.

Quello riportato di seguito è il promemoria pubblicato  lunedì da Sea Watch per denunciare tale contraddizione.

La Ras Jadir 648 è la motovedetta della cosiddetta Guardia costiera libica che ha sparato contro persone in fuga nel Mediterraneo lo scorso mercoledì. Il 15 maggio 2017, la Ras Jadir 648 è stata consegnata in regalo dall’ex ministro degli interni italiano Marco Minniti.

Meno di 6 mesi dopo circa 20 persone sono morte durante una pericolosa intercettazione. Durante l’incidente la cosiddetta guardia costiera libica ha anche attaccato l’equipaggio della Sea Watch 3.

Nel marzo 2018, l’equipaggio della Ras Jadir 648 ha minacciato la ong Proactiva Open Arms di aprire il fuoco se non avessero consegnato le persone soccorse. Fortunatamente sono riusciti a impedire il respingimento illegale.

Lo scopo della cooperazione dell’Italia con la cosiddetta Guardia costiera libica era chiaro fin dall’inizio: impedire alle persone di raggiungere le coste europee. Il fatto che questo comporti la perdita di vite umane è stato accettato.

Le prove delle azioni violente della cosiddetta Guardia costiera libica ci sono, ma i governi italiani continuano a finanziarne le operazioni. Una cooperazione che uccide e va interrotta immediatamente.




Crediti immagine: fotogramma di un video pubblicato dal New York Times nel novembre 2017. The New York Times/Sea-Watch