La situazione economica e politica mondiale è critica lo dimostrano i numerosi paesi nei quali democraticamente si sono istaurati regimi manifestamente antidemocratici. Questo accade perché le nuove generazioni non hanno memoria di quanto è accaduto nel passato: solo dimenticare per ricominciare è una pessima scelta perché non si analizzano le cause che hanno generato la tragedia vissuta sia sul piano personale che collettivo.

Le guerre sono state sempre lo strumento che il potere ha usato per mantenere inalterato il proprio status, oggi stiamo vivendo una tragedia ben peggiore, quello dei conflitti per procura dove i costi e i sacrifici in vite vengono poste a carico degli “alleati” per difendere degli astratti principi democratici.

A me piace approfondire gli argomenti non per una esigenza puramente concettuale come purtroppo generalmente accade infatti se ne vedono chiaramente le conseguenze: la conoscenza dei fatti soddisfa pienamente la maggioranza “pensante” ma tale atteggiamento autoreferenziale addormenta la coscienza, impedisce di andare alle reali cause e rimuoverle. Si vive in un “limbo” morale dove omertà e complicità diretta o silente regolano la convivenza e il livello sociale ma ogni periodo ha una ragion d’essere poi le condizioni cambiano e anche la “storia” deve cambiare.

La vera democrazia è la forma di governo che tiene conto dei diritti inalienabili sia del singolo che delle collettività ed è universalmente estensibile perché unificante, per questo è costantemente combattuta dal potere economico.

La concentrazione di ricchezze nelle mani di pochi costituisce un pericolo mortale per tutti, natura compresa. La creatività del potere è inesauribile e scaltra, per continuare a vivere e meglio consolidare la presa sui destini di molti  popoli e in dispregio della dignità e della sopravvivenza di milioni di individui ha adottato un espediente giuridico perché avvenisse l’attuale temibile squilibrio mondiale che costa ogni anno la morte per fame a venti milioni di esseri umani e la distruzione dell’eco sistema è la creazione delle società di capitali alle quali è stato riconosciuto lo stato di soggetto giuridico dissociato dall’elemento umano: dei pezzi di carta sono divenuti titolari di diritti e inerti ai doveri morali infatti è l’uomo servo del capitale e non viceversa. Al colmo della follia si è aperto un dibattito sull’impiego della IA nella gestione delle società di capitali: sarà una macchina a determinare i destini degli esseri umani.

Il primo atto di giustizia dovuto ad una umanità sfruttata ed umiliata e ad una Natura indifesa è abrogare tutta la normativa relativa al riconoscimento della personalità giuridica alle società di capitali per impedire la concentrazione di ricchezze e il relativo potere nelle mani di enti astratti mosse però da persone senza scrupoli che non corrono alcun rischio. Oggi l’unico sistema per richiamare alle loro gravissime responsabilità chi è dietro a tali società è ricostruire tutte le concatenazioni che le riconducono ad un accordo che fa riemergere la responsabilità personale e diretta della persona fisica. Chi prova a fare una tale operazione ha i “minuti contati”, è fortunato se arriva vivo a sera! 

Un’operazione normativa universale da attuare immediatamente è riconoscere la personalità giuridica alla Natura perché le leggi emanate finora che dovrebbero tutelarla sono inutili e disattese in ogni parte del mondo basta leggere l’ultima relazione dell’ONU sullo stato climatico mondiale. La natura sta soffrendo a causa dei micidiali attacchi soprattutto da parte delle multinazionali e dell’ignoranza e indifferenza di una buona parte dell’umanità che stanno minando l’esistenza di tutti i suoi elementi indispensabili per la nostra sopravvivenza: è in atto un suicidio collettivo che non condivido e che ho cercato di combattere concretamente.

Togliendo il riconoscimento giuridico alle società di capitali inoltre stabilendo un tetto massimo di profitto oltre il quale si commette un gravissimo crimine e attribuendo la personalità giuridica alla Natura questo processo verrebbe disattivato. Le cordate di società non potrebbero più agire liberamente e verrebbe meno la concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi.  

L’unico modello che concilia democrazia e pone il capitale al servizio dell’uomo è stato realizzato e sperimentato con successo da Adriano Olivetti per questo fu denominato “imprenditoria etica”. 

Come tutti gli individui geniali e moralmente elevati questo imprenditore fu combattuto dalla Confindustria, dagli americani, svenduto dai suoi collaboratori e abbandonato da coloro che aveva aiutato. I due peccati mortali di Olivetti furono l’intuizione, lo studio e la realizzazione del primo computer e l’attuazione con successo del modello di imprenditoria etica: sono convinta che per questa ragione fu eliminato, dopo pochi anni lo stesso destino fu riservato ad Enrico Mattei.

Personalmente condivido anche il modello di comunità e di un sistema politico senza i partiti. Olivetti non fu compreso dai diretti beneficiari del suo operato ma fu capito benissimo dai suoi detrattori che, come al solito, vinsero la partita eliminando il problema alla radice e distruggendo quanto egli aveva creato. 

Quello che allora gli italiani non capirono e che continuano a non capire è l’importanza della partecipazione attiva e onesta alla vita del Paese, delegare ai partiti le scelte è un autentico suicidio economico, culturale e politico, ne stiamo sperimentando le conseguenze: il tessuto economico è stato lentamente e irreversibilmente annientato; il sistema sanitario è stato trasformato in un parcheggio di lusso per pagare gli stipendi a chi vi lavora ma il servizio è pessimo; il sistema scolastico è gestito da personale assunto con il solito sistema clientelare per questo i livelli di preparazione sono molto bassi; tutto l’apparto militare era un enorme parcheggio per togliere temporaneamente dalla strada i giovani senza lavoro e garantire uno stipendio a vita ai falliti e ai poveri.

Dal ’68 in poi la scuola italiana ha iniziato a regalare “pezzi di carta” senza alcun valore per togliere le giovani generazioni dalla strada; ricordo benissimo che vi erano cinque lauree che si prendevano con la tessera del partito comunista e socialista: le attuali classi dirigenti sono il prodotto di quella sciagurata operazione di alfabetizzazione di infimo livello che ha immesso sul mercato delle professioni gente arrangiata senza scrupoli e ideali.

A mio avviso, Giuseppe Conte sta commettendo il grave errore di cercare collaboratori per il suo partito nella la società civile, cioè tra i professionisti, quando dovrebbe seguire l modello di comunità proposto da Adriano Olivetti che permetterebbe alla gente comune, non solo professionisti ma artigiani, operai, studenti, casalinghe, impiegati, anziani e tutti coloro che onestamente e animati da buona volontà possono dare il loro contributo per una società migliore e a misura d’uomo. Il M5S non è radicato sul territorio perché i meetup erano gruppi per passare il tempo, fare attività ricreative: gente che andava e gente che veniva a seconda dell’umore inoltre vi erano parecchi infiltrati e opportunisti.  

Lo stesso errore lo commisero i magistrati di “Mani pulite”, colpirono i politici (per modo di dire) ma risparmiarono i professionisti pensando che sarebbe stato il mercato a risanare la situazione di grave corruzione che si era instaurato invece questi ultimi risultarono i principali gestori di un meccanismo che si avvaleva dei politici corrotti per arricchirsi. Per dirla all’Alberto Sordi: “Il più pulito ci aveva la rogna”

Fare politica è sviluppare gruppi di lavoro che operino sul territorio per individuare le cause e risolvere i problemi della gente: questo modello associativo senza partiti e senza interessi particolari permetterebbe a molti cittadini di rientrare nella vita reale del Paese, proteggere i deboli e coloro che sono stati isolati per le loro idee democratiche, difendere l’ambiente concretamente, controllare la spesa e la destinazione effettiva del denaro pubblico senza correre il rischio dell’isolamento e del linciaggio.

Occorre riprogrammare la vita sociale, pubblica, culturale ed economica partendo dal basso organizzando comunità formate da persone con principi e ideali autentici stando bene attenti ad impedire l’infiltrazione di opportunisti e sabotatori: questo è un lavoro difficilissimo ma è l’unica strada per sopravvivere alle “scelte politiche” imposte dai vari branchi di predatori che si sono impadroniti delle istituzioni pubbliche.