Sabato 30 marzo 2019, alle ore 16.00, nel Duomo di Orvieto avrà luogo la solenne cerimonia di chiusura della fase diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Padre Gianfranco Maria Chiti da Gignese. La cerimonia sarà presieduta dal Vescovo di Orvito-Todi Mons. Benedetto Tuzia alla presenza di autorità religiose, civili e militari.

Sarà un evento storico particolarmente atteso dai Granatieri di Sardegna, dagli Allievi della Scuola Sottufficiale di Viterbo, dai soldati che hanno prestato servizio con lui e da numerosi fedeli proveniente da ogni parte d'Italia. Il giorno successivo alle ore 11, nel Convento di San Crispino, ad Orvieto Scalo, sarà celebrata una santa messa di ringraziamento.

Dopo la morte di Padre Gianfranco Maria Chiti, tantissime persone della diocesi di Orvieto, l'Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna e gente comune hanno chiesto di avviare la causa di Beatificazione e Canonizzazione, iniziata il 13 aprile del 2015, quando il vescovo Mons. Tuzia emetteva l'editto e Il giorno 8 maggio lo stesso vescovo nel corso di una cerimonia solenne nel Duomo dava ufficialmente inizio all'inchiesta diocesana e nominava gli incaricati di curare la procedura canonica.

Gianfranco Maria Chiti, nato a Gignese (VB) il 6 maggio 1921 è stato un Generale dell'Esercito e un presbitero italiano. Ufficiale pluridecorato dei Granatieri, veterano della seconda guerra mondiale, ha ricoperto numerosi incarichi nell'Esercito Italiano tra cui quello prestigioso di Comandante della Scuola Allievi Sottufficiali di Viterbo.

Congedato per raggiunti limiti di età nel 1978, entrò nell'ordine dei frati Cappuccini dove fu ordinato sacerdote nel 1982. Nel 1990 fu inviato ad Orvieto per ricostruire l'antico convento di San. Crispino, ridotto ad un rudere; in poco tempo con l'aiuto di amici e dell'Associazione Granatieri, trasformò quel luogo in un oasi di pace, di accoglienza e di preghiera. A seguito di un incidente stradale fu ricoverato all'Ospedale Militare del Celio a Roma dove morì il 20 novembre del 2004.

Cesare Monteleone

(foto presa dal web)