Se una cosa questo brutto inizio di legislatura ci può insegnare è che finalmente dopo anni il nostro paese ha trovato un leader autorevole, coerente, competente e che non si presta ai soliti giochini di palazzo per arrivare al solito compromesso al ribasso. Ci voleva una donna per dare a questo paese un vero leader che mette al primo posto la dignità e l'impegno al potere e alla poltrona. Piaccia o meno, Giorgia Meloni nei giorni scorsi ha dato una lezione a tutto il mondo politico, che da troppo tempo pensa al piccolo cabotaggio piuttosto che agli interessi del paese.

La vergognosa pantomima del grande vecchio della politica italiana, che sul compromesso, i favori, l'interesse particolare ha costruito una lunga carriera politica, l'altro giorno al Senato, non ha smosso di un millimetro la premier in pectore, che ha risposto di par suo alle allusioni offensive di Berlusconi e all'atteggiamento a dir poco irresponsabile dei suoi senatori, che per una poltrona ad una Ronzulli qualsiasi, il cui unico merito è stato quello di essere sempre rimasta attaccata all'ala protettrice del leader (non si ancora per quanto) di una morente Forza Italia. Quel "non sono ricattabile", non è, come qualcuno crede, un allusione ai piccoli e grandi vizi di qualcun altro, ma solo il ribadire una pura e semplice verità, per chi in oltre trent'anni di politica può vantare la sola "colpa" di aver inseguito coerentemente un suo preciso ideale politico. E per una simile donna per cui il potere non è un obiettivo, ma solo un mezzo per potere mettere in pratica le sue idee e le sue istanze, la minaccia di non appoggiare il suo governo, certo non la può intimidire ma solo rafforzare nella sua convinzione di tirare dritto per la sua strada. Chapeau.  

I ricatti e i compromessi non fanno per lei, e questo si è capito già in molte occasioni e a questo si deve il suo grande successo del 25 settembre e i sondaggi che la vedono ancora in crescita. Se ne facciano una ragione i Berlusconi di turno, la ragazza ha gli attributi e non piegherà certo a nessun tipo di compromesso al ribasso su quello che lei ritiene giustamente debba essere un governo forte ed autorevole, e non la semplice rappresentanza di una divisione di prebende tra partiti (come troppo spesso accaduto in passato).

Se fosse coerente come dice e se avesse il coraggio che forse gli manca, anche uno come Calenda, che ha sempre sostenuto l'autorevolezza e la leadership di Mario Draghi (che non a caso apprezza moltissimo la Meloni, malgrado sia stata l unica a non entrare nel suo governo) dovrebbe pensare seriamente a valutare attentamente se proprio Giorgia Meloni ( al di là delle assurde e stolte accuse elettorali piovutele da Pd e dintorni sul fatto che la Meloni porterebbe il paese al disastro, da che pulpito poi verrebbe da dire..) non incarni quel presidente che sia lui che Renzi credono di aver trovato in Draghi, che nemmeno con la camicia di forza probabilmente tornerebbe a Palazzo Chigi.

Perché la Meloni dovrebbe aggiornare il suo ormai famosissimo refrain: sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana, sono italiana e sono una leader!