Se Robert Louis Stevenson fosse ancora in vita, sarebbe fiero del nostro attuale Primo ministro, poiché incarna perfettamente la duplice personalità descritta dallo scrittore scozzese nella sua celebre opera "Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde".

Conte, infatti, in un anno, è riuscito a cambiare radicalmente idea su svariate tematiche, che spaziano dall'immigrazione fino ad arrivare all'economia. Ma, d'altronde, non dovremmo stupirci, in quanto la politica è stata spesso oggetto di menzogne e ipocrisia. Ciò che è assai difficile da comprendere, anche per le menti più brillanti, è la rapidità con cui è avvenuto tale mutamento ideologico.

Un primo segno del repentino cambiamento di Conte, era emerso durante la parlamentarizzazione della crisi di governo dello scorso 20 agosto. Un Conte che, con fare irritante e a tratti logorroico, si era fatto portavoce di un discorso, colmo d'odio e di rancore, nei confronti di colui con il quale aveva da sempre affermato di lavorare bene, ovvero Matteo Salvini. Ma il vero e proprio passaggio da "avvocato del popolo" a "grande statista guidato dai poteri forti", si è concretizzato con la formazione del governo giallorosso. Conte, infatti, sebbene avesse affermato che a seguito della crisi di governo non avrebbe preso parte ad un nuovo esecutivo, si è prostrato nuovamente ai piedi di Mattarella, che gli ha consegnato le chiavi del Paese.

Altra grande metamorfosi dell'ex giurista pugliese è stata quella relativa all'immigrazione. Conte aveva appoggiato sin da subito i decreti sicurezza, grazie ai quali era stata intrapresa una concreta lotta all'immigrazione clandestina. Pochi giorni dopo l'insediamento del nuovo governo, però, ha affermato che i due decreti andavano revisionati, poiché "disumani" sotto certi aspetti. "Disumanità" che il capo del governo ha attribuito implicitamente a Matteo Salvini, facendo emergere però un ragionamento assai contraddittorio, in quanto se precedentemente aveva condiviso le idee del leader leghista, per quale motivo ha successivamente proposto delle modifiche dei decreti, soltanto una volta conclusosi il sodalizio? Semplice, per dimostrare che Salvini era quello brutto e cattivo, e che lui era il "grande statista" che avrebbe rivoluzionato la politica italiana.

La trasformazione di Conte ha riguardato anche l'ambito economico. Infatti egli, è passato dal farsi portavoce di una politica coraggiosa, dove pur creando del deficit, si stava cercando di risanare, a piccoli passi, i conti del Paese, ad una politica economica incentrata sull'aumento della tassazione, definita da Conte stesso come "una politica forte che guarda al futuro e agli interessi degli italiani". Sì, agli interessi dello Stato, che guidato dal Conte 2 ha annunciato l'aumento delle tasse sulle merendine, sulle bevande zuccherate, e perfino sulle bottigliette di plastica biodegradabili. Imposte suppletive, poi smentite dal governo, probabilmente però, solo per placare gli animi di un popolo che non ne può più di nuove tasse. Quindi qui emerge un altro mutamento di Conte, quello da "piccolo economista" a "grande economista" avente una visione estremamente lungimirante, proiettata verso il futuro. Un Nostradamus dei tempi moderni per intenderci.

Il più grande cambiamento di Conte, però, è stato quello politico, poiché è passato da destra a sinistra con una facilità degna di un adolescente che cambia la fidanzatina nel giro di un mese. Anzi, forse per Conte un mese è anche troppo, visto che il cambiamento di alleanza è avvenuto in molto meno tempo. Passare dalla Lega al PD, due forze politiche diametralmente opposte, non è cosa da tutti, ma per "Giuseppi" tutto è possibile. Sì, avete capito bene, Giuseppi. L'errore ortografico con il quale il presidente Trump ha definito Conte in un tweet, incoraggiando la formazione del governo giallorosso. Un errore che tanto errore però non è, poiché Trump ha dimostrato di averci visto lungo sulla duplice personalità del nostro Presidente del Consiglio, afflitto dal morbo di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, per il quale ancora non è stata trovata una cura.