Armenia e Azerbaigian continuano i combattimenti per il controllo del Nagorno-Karabakh
Proseguono tra Armenia e Azerbaigian, al confine del Nagorno-Karabakh, i combattimenti, definiti tra i più intensi dal 2016 quando i morti furono oltre 200.
La Turchia ha già dichiarato il suo sostegno all'Azerbaigian, e lunedì, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha detto che l'Armenia deve porre immediatamente fine alla "occupazione" del Nagorno-Karabakh, unioca via per porre fine ad una crisi che dura ormai da anni.
Ma la credibilità di Erdogan è pari a zero per gli armeni che lo hanno accusato di fornire un supporto militare diretto per aiutare l'Azerbaigian a ottenere il controllo del territorio, notizia però negata dagli azeri
Anche la Russia, che ha basi militari in Armenia ma è anche amica dell'Azerbaigian, è intervenuta ufficilamente sulla vicenda, chiedendo un immediato cessate il fuoco immediato.
Anche il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha auspicato il cessate il fuoco, esprimendo la sua preoccupazione per gli ultimi eventi.
Le autorità del Nagorno-Karabakh, sostenute dall'Armenia, hanno dichiarato che nelle scorse ore altri 28 dei loro militari sono rimasti uccisi, mentre 200 sarebbero i feriti.
L'Azerbaigian ha detto che due civili azeri sono stati uccisi lunedì, ed appartenevano ad una stessa famiglia di cui cinque membri sono morti domenica. 30 i civili rimasti finora feriti.
Mentre le autorità del Nagorno-Karabakh hanno di aver ripreso il controllo di alcuni territori occupati dalle truppe azere domenica, lunedì il governo dell'Azerbaigian ha dichiarato di aver occupato nella regione posizioni definite strategicamente importanti.