Stavolta Conte ha parlato,nella notte, solo ai giornalisti e non via social. Il messaggio? 

"La partita è ancora aperta. Ci sono vari punti su cui stiamo discutendo, tra cui ad esempio la ripartizione tra sussidi e prestiti, attuazione programmi, alcune condizionalità come lo stato di diritto e i rebates".

La dichiarazione fa seguito all'ennesima giornata di incontri, soprattutto scontri, tra Conte e il primo ministro olandese Rutte che, causa elezioni, vuol mostrare in patria di non esser da meno degli anti-europeisti guidati da Geert Wilders. 

"L’Italia - ha detto Conte - non può accettare che questo programma diventi inutile per quanto riguarda la ripartenza del nostro Paese e di tutta l’Europa. Stiamo cercando di costruire un percorso che porti anche i Paesi frugali a convincersi. Stiamo parlando di un progetto di bilancio molto articolato al quale si è aggiunto Next Generation EU e che richiede l’unanimità. Siamo in una casa comune. Bisogna entrare in questa dimensione: o siamo tutti vincitori o siamo tutti sconfitti. Domenica continueremo perché dobbiamo fare di tutto per concludere"."Quando c’è un negoziato così duro - ha proseguito il presidente del Consiglio - il dubbio che non ci sia la consapevolezza di quello che stiamo affrontando assolutamente c’è... lo confesso. Ho un buon rapporto personale con Rutte, però lo scontro è molto duro, perché ritengo che le sue richieste sono indebite dal punto di vista giuridico e politico. Ma non mi ha mai chiesto di fare riforme, che saranno presentate dai singoli Paesi".

Che cosa accadrà lunedì? Conte lo ha spiegato così:

"Michel non ha anticipato null'altro ma ha detto che proporrà oggi una soluzione con una riduzione dei grants a 400 miliardi e 390 miliardi. La soluzione da 400 miliardi [di sussidi nel Recovery plan] condurrebbe un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi un minore sconto. In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa più risolutivo".

E sulla governance del Recovery Fund, il premier italiano si è espresso in questi termini:

"Abbiamo indirizzato il procedimento di verifica e controllo dello stato di avanzamento dei progetti secondo una più corretta soluzione, rispettosa delle competenze dei vari organi definite dai Trattati". 

La riunione riprenderà nel pomeriggio di lunedì. Nel frattempo, i vari attori valutano le proposte alternative sul tavolo.

Tra queste, quella che prevede 360 miliardi di aiuti in sovvenzioni e altri 360 in prestiti, mentre si era partiti, rispettivamente, da 500 e 250. Ma un problema rimane anche la governance del Recovery Fund e su come tali soldi verranno spesi. 

Comunque, nelle ultime ore, sembra che il fronte dei Paesi cosiddetti frugali sia meno compatto rispetto a ieri e che le ultime proposte abbiano convinto, perlomeno, Austria e Olanda, sulla possibilità di trovare un accordo. 

A fine giornata ne sapremo di più.