La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, andrà a processo nell'ambito del caso Visibilia, legato alle presunte irregolarità finanziarie e gestionali delle società del gruppo da lei amministrato. La decisione è stata presa dal GUP di Milano, Anna Magelli, che ha disposto il rinvio a giudizio per 17 imputati, tra cui Santanchè, il compagno Dimitri Kunz d'Asburgo e altre figure di rilievo collegate alle società Visibilia Editore, Visibilia Editrice e Visibilia Srl in liquidazione.
L'inchiesta nasce dalle denunce di alcuni soci di minoranza, tra cui l'imprenditore Giuseppe Zeno, che hanno evidenziato presunte irregolarità nei bilanci delle società. L'accusa sostiene che i bilanci presentassero dati non veritieri per occultare perdite milionarie e l'incapacità strutturale delle aziende di generare profitti.
Parallelamente, la ministra e il compagno Dimitri Kunz sono accusati di truffa aggravata ai danni dell'Inps. Durante la pandemia Covid-19, le società del gruppo Visibilia avrebbero irregolarmente gestito i fondi destinati alla cassa integrazione per retribuire dipendenti che, invece, continuavano regolarmente a lavorare a tempo pieno. In seguito alle accuse, le aziende hanno ammesso le irregolarità e si sono impegnate a restituire i fondi a rate.
Il procedimento per falso in bilancio ha coinvolto non solo i vertici delle società, ma anche membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, accusati di aver omesso verifiche fondamentali e di aver approvato piani industriali irrealistici. Nonostante ciò, alcune accuse relative agli anni 2016-2018 sono state dichiarate prescritte.
Tra gli imputati figurano familiari della ministra, tra cui la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero, oltre a ex collaboratori come Giovanni Canio Mazzaro e membri del CDA e del collegio sindacale delle società.
La prima udienza del processo è fissata per il 20 marzo 2025, e il caso prevede ulteriori sviluppi. La Corte di Cassazione si esprimerà il prossimo 29 gennaio sulla competenza territoriale per il filone della truffa all'Inps, stabilendo se il procedimento debba svolgersi a Roma, sede dell'Inps, o a Milano, dove sono stati avviati i procedimenti iniziali.
La Procura di Milano ipotizza anche il reato di bancarotta fraudolenta nell'ambito del fallimento di Ki Group Srl, un'azienda del settore bio presieduta da Santanchè fino al 2021. Si contesta ai responsabili di aver nascosto al pubblico la reale situazione economica della società per evitare costose ricapitalizzazioni.
Tra le parti civili si contano tre azionisti di minoranza di Visibilia Editore, guidati da Giuseppe Zeno, che hanno chiesto un risarcimento per danni superiori a 179.000 euro. Gli investitori sostengono che le rappresentazioni falsate dei bilanci abbiano influenzato le loro decisioni di acquisto, portandoli a investire in società in condizioni economiche catastrofiche.
Il caso ha sollevato ampie discussioni, non solo per le implicazioni legali ma anche per il ruolo politico della ministra Santanchè, figura di spicco di Fratelli d'Italia. Il processo rischia di mettere in ombra la sua attività istituzionale, alimentando interrogativi sull'etica e sulla trasparenza nelle alte cariche dello Stato.