Ieri sera, il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini postava sui propri canali social questa dichiarazione: «72 centesimi al litro (come acconto) sono un ulteriore passo in avanti per risolvere il problema del latte di pecora.
È un’ottima notizia. Possiamo dire di aver iniziato un nuovo percorso, insieme a pastori sardi e industriali, con un governo che non ha usato la repressione ma il dialogo e il buonsenso.
Complimenti anche al ministro Centinaio. Continuiamo a lavorare per chiudere l’intesa. E da domani sarò personalmente in Sardegna.»

Una televisione locale, subito dopo questo annuncio, intervistava in piazza Palazzo a Cagliari, davanti alla Prefettura - dove si era svolto l'incontro tra istituzioni, pastori e industriali - il signor Andrea Cinus, esponente del Movimento Pastori Sardi.

A dispetto dell'entusiasmo di Salvini, Cinus commentava così l'esito dell'incontro: «72 centesimi inclusa Iva sono un'elemosima. Con quel prezzo continueremo solo a produrre debiti su debiti. Questo accordo non lo riconosciamo e non lo firmiamo. Il prezzo del latte deve essere 1 euro + Iva.

Si proseguirà con i presidi. Ma adesso non sarà più facile tenere a bada i pastori come prima. Che si assumano loro la responsabilità di quanto accadrà. La battaglia continuerà e continuerà il blocco dell'accesso ai caseifici. Il ministro Centinaio chiede di interrompere la protesta? Che ci vada lui a dirglielo se ne ha il coraggio. Con questa proposta il prezzo del latte non potrà arrivare ad 1 euro... L'acconto? Una promessa già fatta in passato.

Il voto del 24 febbraio? Ci metteremo davanti ai seggi a regalare ricotta e formaggio, non andremo certo a votare, sperando che tutti i sardi facciano altrettanto.»

Pensando di avere sistemato le cose per la sua propaganda elettorale, Salvini oggi vola in Sardegna per un mini tour elettorale, certo di passare all'incasso per aver risolto un problema che, in realtà, è rimasto tale... se non addirittura peggiorato. Brutte sorprese in vista?