Il 17 luglio 2014, intorno alle 16:00, il contatto con il volo  MH17 si interrompe.

In quel momento, secondo il piano di volo, stava sorvolando l'Ucraina orientale dato che si trattava di un volo di linea da Amsterdam  diretto a Kuala Lumpur.

L'aereo, appartenente alla compagnia di bandiera malese, precipitò pochi minuti dopo nei pressi del villaggio di Hrabove, con 298 persone a bordo, nella regione di Donetsk.

Ai soccorritori si presenta un quadro funesto dato che i detriti  sparsi su una vasta area,  dimostrano che l'aereo si è per così dire "rotto in volo" e non al momento dell'impatto con il suolo.

Prende piede, da subito, la tesi che l'aereo sia stato abbattuto da un missile.

In totale, in questo incidente sono morti viaggiatori di dieci diverse nazionalità.

Per capire meglio il disastro, gli esperti hanno concentrato l'attenzione sulla cronologia storico-bellico-politica, al momento dell'avvenimento.

Nel 2014, le forze ucraine stavano combattendo i separatisti filo-russi nella provincia di Donetsk, nell'Ucraina orientale. La regione è quindi di difficile o quasi impossibile accesso in alcune aree. I ribelli filo-russi hanno ostacolato per un certo tempo il lavoro degli investigatori giunti sul luogo dell'incidente, impedendo loro di accedere al luogo dell'incidente .

La tesi del missile sparato da terra, un cosiddetto "terra-aria" diviene prioritaria e oggetto di investigazione.

Il 19 giugno 2019, quattro sospetti vengono identificati dalle autorità internazionali : i russi Sergei Dubinsky, Igor Girkin e Oleg Poulatov, nonché l'ucraino Leonid Khartchenko, tutti separatisti filo-russi di alto rango nell'Ucraina orientale.

Gli inquirenti riconoscono che nessuno di loro ha " premuto " il pulsante per sparare il missile ma hanno " collaborato a stretto contatto per veicolare il BUK (Progettato per neutralizzare missili da crociera, bombe intelligenti, velivoli ad ala fissa e rotante ed UAV fino a 40 km di distanza e 25.000 m di altitudine) e metterlo in posizione con l'obiettivo di colpire un aereo ", ha detto il procuratore olandese Fred Westerbeke.

Il 25 gennaio 2023 la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) dichiara a maggioranza " ammissibili " le denunce rivoltele da Ucraina e Paesi Bassi contro la Russia per fatti avvenuti nel 2014 nell'est dell'Ucraina, tra cui l'esplosione del volo MH17.

La CEDU era stata mobilitata e coinvolta dai governi olandese e ucraino rispettivamente per l'abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines il 17 luglio 2014 e per " attacchi militari illegali ", esecuzioni e atti di tortura commessi contro cittadini ucraini durante il conflitto separatista nel Donbass da marzo 2014.

La Russia ha negato ogni responsabilità per la distruzione del volo MH17.

L'ultima voce in cronologia recita:

Il 25 gennaio 2023 la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) dichiara a maggioranza " ammissibili " le denunce rivoltele da Ucraina e Paesi Bassi contro la Russia per fatti avvenuti nel 2014 nell'est dell'Ucraina, tra cui l'esplosione del volo MH17.