I servizi di sicurezza di un Paese estero avrebbero notificato in questi giorni ai colleghi italiani un’informativa che li avvertirebbe di un attentato organizzato dalla ‘ndrangheta per assassinare il procuratore antimafia Nicola Gratteri. Un allarme che questa volta pare arrivi dagli Stati Uniti.

Che Gratteri fosse nel mirino della criminalità organizzata non è una novità. Ciò che preoccupa è che il progetto di attentato valicherebbe i confini nazionali e coinvolgerebbe più famiglie mafiose danneggiate dalle inchieste giudiziarie del procuratore capo di Catanzaro.

La storia si ripete e mi ricorda molto quella di un certo Paolo Borsellino. Speriamo ovviamente con un epilogo diverso.

"Il tritolo è arrivato per me, lunedì scorso...". Sono le parole di Paolo Borsellino che sapeva perfettamente che ormai era soltanto una questione di giorni. Arrivò una segnalazione precisa: Cosa Nostra intendeva chiudere, subito, il "conto" in sospeso.

Adesso occorre agire con ogni mezzo affinché questi avvertimenti siano raccolti dagli organi di sicurezza per impedire il ripetersi di quel copione che potrebbe essere drammaticamente simile a quello della strage di via D’Amelio. Credo che così come Paolo Borsellino sapeva d'essere in gravissimo pericolo, lo stesso Gratteri sappia di vivere in una situazione di rischio concreto.

Al magistrato palermitano la prima segnalazione arrivò i primi di luglio e parlava di un carico di esplosivo in viaggio per la Sicilia, destinato proprio a lui. Per Gratteri pare ci sia una informativa attendibile e dettagliata. Borsellino sa che la sua vita è ormai appesa a un filo e viene lasciato solo, come del resto era già accaduto a Giovanni Falcone.

Non lasciamo solo e isolato Gratteri, facciamo in modo che la storia non si ripeta!


Vincenzo Musacchio, criminologo, giurista e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ’80.