Il presidente della Comece (Commissione degli episcopati dell’Unione europea), il cardinale Jean-Claude Hollerich, commenta soddisfatto i lavori dell'Assemblea Sinodale Europea, sottolineando l'importanza di ascoltare la chiamata dello Spirito Santo che lavora nel tempo e invitando a pregare e riflettere su questioni come l'ammissione delle donne al sacerdozio e i preti sposati per evitare di cadere in un'altra forma di clericalismo.
Hollerich mostra apprezzamento per la proposta di realizzare periodicamente Assemblee con vescovi e laici, almeno ogni dieci anni. Ritiene che se si realizzerà appieno il processo verso una Chiesa sinodale, le chiese si riempiranno di più e il cristianesimo sarà vissuto come una comunità con un linguaggio comprensibile alla gente.
Infine, esprime l'auspicio di una Chiesa inclusiva che accolga i profughi, gli ammalati e i poveri, tornando così alla radicalità della fede.
Queste le parole di Hollerich, dopo quattro giornate molto intense vissute a Praga, insieme a 200 delegati:
"Io sono molto contento. Sappiamo tutti che l'Europa ha due tradizioni religiose diverse, quella orientale e quella occidentale, ma siamo rimasti come fratelli sorelle. La diversità di opinioni non disturba l'appartenenza profonda a Cristo", dice a Vatican News il porporato dopo l'approvazione in assemblea della bozza del documento di sintesi dei lavori. "Si sarebbe potuta avere una conversazione molto più feroce e questo non è avvenuto. ...Lo Spirito santo lavora nel tempo e noi dobbiamo sentire la sua chiamata e a volte è molto difficile perché abbiamo le orecchie piene di altre cose che non vengono dallo Spirito, per esempio posso andare a messa senza esserci veramente, perché è un rito, un'abitudine, per mio ego, perché non voglio essere portato altrove dalla mia zona di confort".
Il presule è dell'avviso che, se si realizzerà appieno il processo verso una Chiesa sinodale, anche le chiese si riempiranno di più.
"Perché se la Chiesa è come un club dove il sacerdote è il direttore, fa la liturgia come a lui piace, non c'è veramente una comunità. E il cristianesimo si vive in comunità. Anche se ci saranno piccole comunità ma con un linguaggio che la gente capisce, allora queste saranno attraenti". Infine, Hollerich torna ancora sull'accoglienza esprimendo l'auspicio di una Chiesa dove i profughi, gli ammalati, i poveri sono i benvenuti. "Questo è il senso dell'inclusione. Il tema dei poveri è venuto fuori e io ne sono stato contento. Dobbiamo tornare in questo senso a una radicalità della fede, ma con la gioia".
Fonte: vaticanews.va