Politica

Secondo viaggio della Libra in Albania per deportare 8 migranti

Prosegue la diabolica operazione del governo Meloni a supporto del ridicolo, quanto catastrofico, progetto di trasferire alcuni migranti in Albania.

In queste ore, il "pattugliatore" Libra ha attraccato al porto di Shengjin per sbarcare gli 8 (otto!!!) deportati al centro di Shengjin per le pratiche di identificazione e poi in quello di Gjader per il loro trattenimento. Si tratta di otto uomini partiti da Egitto e Bangladesh che, secondo il governo, sono considerati Paesi sicuri e quindi non danno diritto ad alcuna protezione.

Come già avvenuto tre settimane fa, i migranti racconteranno la loro storia, i motivi per cui sono fuggiti e le difficoltà incontrate durante il viaggio. Successivamente, e molto probabilmente, dopo questo rituale potrebbe far seguito il loro ritorno in Italia, nel caso in cui dei giudici dovessero nuovamente confermare le precedenti decisioni di alcuni loro colleghi.

Decisioni prese in base alle norme vigenti - cioè il diritto in vigore in Ue in relazione a come deve essere considerato sicuro o meno un Paese - e il rispetto cui l'Italia, per legge, deve a tali norme. Il governo Meloni, premier in testa, fa finta di non saperlo e continua il braccio di ferro con la magistratura, in modo da creare un ennesimo caso che le consentirà di per poter gettar polvere negli occhi degli italiani, in modo da evitare che sui media  così che si parli di economia e legge di bilancio, argomenti problematici per la maggioranza di governo.

Così, Meloni getta al vento altre decine di migliaia di euro, distogliendo una nave militare da quelli che sono i suoi compiti. La Libra, invece di deportar migranti, ha compiti di salvaguardia in generale degli interessi economici nazionali; difesa delle piattaforme marine e di unità impegnate in prospezioni/sfruttamento del fondo marino; operazioni di vigilanza pesca sia sotto forma di contestazione e documentazione delle violazioni che di salvaguardia dei diritti dei pescherecci nazionali sottoposti a contestazione da parte di autorità straniere; vigilanza e tutela delle norme sulla salvaguardia dell'ambiente marino (incluso l'inquinamento) sia ai fini di contestare e documentare le violazioni, che di intervenire per limitare i danni; operazioni di ricerca e soccorso per la salvaguardia della vita umana in mare; assistenza di primo intervento, sia medica che tecnica, in caso di incendio, esplosione o avaria a bordo o su piattaforme marine.

Autore Fabrizio Marchesan
Categoria Politica
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