In un comunicato stampa, il Parlamento europeo dichiara che "L'accordo economico e commerciale globale UE-Canada (CETA), che ha l’obiettivo di aumentare il commercio in beni e servizi e gli investimenti, è stato ratificato mercoledì dal Parlamento europeo."

L’accordo - approvato con 408 voti a favore, 254 voti contrari e 33 astensioni - sarà applicato in via provvisoria già dall’aprile 2017, in attesa di essere ratificato anche dai Parlamenti nazionali e regionali.

L’accordo eliminerà i dazi sulla maggior parte dei beni e dei servizi e prevede il mutuo riconoscimento della certificazione per una vasta gamma di prodotti.

Il Canada aprirà il mercato degli appalti pubblici federali e municipali alle imprese europee (per il Canada il mercato europeo è già accessibile). In tal modo, i fornitori europei di servizi quali il trasporto marittimo, le telecomunicazioni, l’ingegneria, i servizi ambientali e la contabilità avranno accesso al mercato canadese.

Per fugare le preoccupazioni dei cittadini sul potere che, grazie all'accordo, verrebbe garantito alle aziende multinazionali ed alla possibilità che i governi vengano scavalcati nella tutela alla salute e all’ambiente, l'UE e il Canada hanno entrambi confermato, sia nel preambolo dell’accordo sia nella dichiarazione allegata, il diritto degli Stati a rifarsi al diritto nazionale.

Ma così non la pensano i molti attivisti di organizzazioni ambientaliste e anti globalizzazione che ieri, giorno della ratifica, si sono dati appuntamento davanti alla sede del Parlamento dell'UE cercando di renderne complicato l'accesso ai parlamentari, tanto che i lavori dell'Aula sono stati ritardati.

Il motivo della protesta è riassumibile nel fatto che il CETA sia considerato una specie di "cavallo di Troia", poiché, eliminando gran parte delle "barriere non doganali", cancellerà di fatto norme tecniche, standard, regolamenti di conformità molti dei quali licenziati per proteggere salute, ambiente e consumatori.

Conseguenza di tutto ciò, ad esempio, la possibile massiccia importazione di prodotti che contegano OGM, come la carne. Senza neppure dimenticare che le aziende americane che hanno una sede in Canada potranno anch'esse sfruttare l'accordo.

Inoltre, da non sottovalutare la possibilità per le multinazionali canadesi e quelle operanti in Canada di far causa direttamente agli Stati e all’UE e di farsi pagare ingenti danni in caso di provvedimenti lesivi dei loro interessi.

Non la pensa così, invece, Antonio Tajani, presidente dell’assemblea del Parlamento europeo: «Questo è un buon accordo per i nostri cittadini. Si creeranno nuovi posti di lavoro e la crescita sarà stimolata, portando benefici ai nostri imprenditori e consumatori. Molte delle nostre piccole e medie imprese sono orientate all’esportazione. È dunque nell’interesse dell’Unione europea promuovere una politica commerciale intelligente, basata su mercati aperti, regole eque e condizioni di parità.»

Purtroppo, è ormai risaputo, che il diavolo si nasconde nei dettagli e nelle migliaia di pagine che regolano il CETA, non è da escludere che di tali dettagli ne siano contenuti non pochi.