La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 4/2024 rischia di stravolgere il sistema retributivo del personale del soccorso pubblico, che potranno avere diritto a tutti gli arretrati di anzianità maturati in 34 anni. In sostanza, la decisione della Corte va a reintrodurre l’incremento di retribuzione connesso ai criteri di anzianità dei dipendenti pubblici e anche dei Vigili del Fuoco.
Questo si traduce, per diversi Vigili del Fuoco, nella possibilità di ottenere fino a 34 anni di arretrati già maturati, oltre che pensioni più elevate. Più precisamente, la sentenza della Corte dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 51, della legge 388/2000 (Legge finanziaria 2001), nella parte in cui escludeva l'operatività delle maggiorazioni alla R.I.A. (retribuzione individuale di anzianità) dei dipendenti pubblici, in relazione al triennio 1991-1993, riservandole solo a quelli con requisiti maturati fino al 1990.
Alla luce di tale sentenza resta da valutare se ci sia la possibilità di un ricorso al TAR. Ciò riguarda chi non ha mai aperto un contenzioso. Non è da escludere, però, che la Corte proceda a rimettere in discussione unicamente i ricorsi già avviati in passato, respinti dall’autorità giudiziaria.
Non esiste prescrizione in questi casi e, dunque, chi ha proposto ricorso ormai più di 30 anni fa potrebbe ricevere una liquidazione fino a un massimo di 30 anni di arretrati. I contributi pensionistici dovrebbero essere allocati nell’anno di competenza, e non di cassa. Tutto ciò si traduce in una retribuzione maggiorata, con contributi più alti e, di conseguenza, una pensione più elevata.
A partire dalla prossima settimana, chiederemo con un ricorso amministrativo direttamente all’Ufficio preposto, la ricostruzione della carriera dei ricorrenti, dove si evidenziando nelle “voci retributive di diritto alla carriera” la somma della RIA, che per quasi 30 anni è rimasta la stessa.