"Mercoledì 2 maggio, all’interno di una solenne cerimonia che si svolgerà allo Yad Vashem, organizzata insieme alla Israel Cycling Academy - la prima squadra professionistica israeliana di ciclismo - Gino Bartali otterrà ufficialmente, alla memoria, la cittadinanza onoraria dello Stato ebraico." 

Questo è quanto anticipato alcuni giorni fa dal sito Pagine Ebraiche, portale dell'ebraismo in Italia, e confermato dallo stesso Yad Vashem

La cerimonia si svolgerà a ridosso della partenza del Giro d’Italia, che quest'anno prenderà il via proprio da Israele, con una tappa a cronometro che si svolgerà a Gerusalemme Ovest il 4 maggio.

Gino Bartali è stato nominato Giusto tra le Nazioni dallo stesso Yad Vashem cinque anni fa, perché durante l'occupazione nazifascista aiutò numerosi ebrei a salvarsi dalle persecuzioni, consegnando loro documenti falsi che trasportava nascosti nella sua bicicletta.

Gino Bartali è morto 18 anni fa, il 5 maggio del 2000. Passi il fatto del riconoscimento postumo a Giusto tra le Nazioni per quello che ha fatto.

Ma come è possibile, però, che venga insignito, senza il suo consenso, della cittadinanza di uno Stato che pratica l'apartheid, occupa militarmente da oltre 50 anni dei territori su cui non ha alcun diritto, ne sfrutta le risorse, ne opprime la popolazione e permette ai suoi soldati di assassinarne le persone residenti anche se inermi?

Chi ha detto allo Yad Vashem che Gino Bartali avrebbe accettato di essere cittadino onorario di uno Stato simile?

Un fatto grave, persino disgustoso. L'unica consolazione è che da lassù l'ottimo Ginettaccio si sia affacciato e, guardando in basso, abbia detto: "Gl'è tutto sbagliato... gl'è tutto da rifare!"