«Stiano tranquilli il direttore Greco e gli estensori dell'anacronistico appello: una volta al governo Fratelli d'Italia realizzerà uno dei punti qualificanti del proprio programma culturale che prevede uno spoil system automatico al cambio del Ministro della Cultura per tutti i ruoli di nomina, in modo da garantire la trasparenza e il merito, non l'appartenenza ideologica».

Federico Mollicone è responsabile nazionale Comunicazione e responsabile Cultura di Roma per Fratelli d’Italia ed è candidato alla Camera. Intervistato da Il Giornale ha rilasciato dichiarazioni che dall'Ansa, come sopra riportato, ad altri media sono state interpretate come un anticipato ben servito al direttore del Museo Egizio di Torino, colpevole, secondo Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia, di aver osato pubblicizzare una campagna promozionale a favore di persone che parlano arabo che fino al 31 marzo potranno visitare il museo in coppia pagando il prezzo di un solo ingresso. Una promozione pubblicizzata addirittura, secondo Fratelli d'Italia, in arabo!

Questa la replica del diretto interessato, Federico Mollicone: «In merito a quanto da me dichiarato preciso che non ho mai scritto di voler cacciare nessuno, tanto meno il direttore del museo egizio che so bene essere stato nominato dopo selezione internazionale.

Per quanto riguarda lo spoil system ricordo che era riferito in generale alle cariche apicali ministeriali e che come prevede la legge 145 del 15 luglio 2002 e successive decadono 90 giorni dopo l’insediamento del nuovo esecutivo.

Rimane la critica alle iniziative del direttore Greco e agli estensori dell’appello politico intervenuti in difesa della gestione del Museo, ma almeno queste penso rientrino ancora nel perimetro della libertà d’espressione. Se qualcuno pensa di attribuirmi affermazioni che non ho fatto dovrà risponderne in tutte le sedi.»

Nel frattempo dirigenti del Mibact rilasciano dichiarazioni critiche nei confronti di Fratelli d'Italia. Fichiarazioni che vengono poi riassunte in un tweet del ministro del Beni Culturali, Dario Franceschini, del Partito Democratico:


Controreplica del capogruppo alla Camera dei Deputati di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli: «Il ministro Franceschini non ha niente da dire in merito alla debordante dichiarazione di alcuni dirigenti del Mibact?
Promuovere politiche culturali non consente loro di entrare nell’agone politico con affermazioni che esulano dal loro compito. Se vogliono fare politica, liberi di farlo ma non dietro una scrivania e pagati dagli italiani.»

A questa si associa quella di Bruno Murgia, deputato di Fratelli d’Italia membro della Commissione Cultura: «Qualcosa non va. Vengono date agevolazioni nella bigliettazione in un importante polo museale ad una fascia minore di popolazione, quella turistica, e non alla popolazione residente costretta a pagare il prezzo intero.

Giorgia Meloni va a contestare la questione ed il Direttore del Museo si prende i suoi 15 minuti sotto i riflettori.

Probabilmente, se non avessero già chiuso le liste, ora sarebbe un candidato del Partito Democratico. Dal Ministero poi, a camere chiuse e senza possibilità di interrogazioni, vengono date valutazioni da alcuni comitati tecnici su un’azione politica dove si cita espressamente Giorgia Meloni.

Una spiacevole intromissione durante la campagna elettorale. Qualcosa non va.»

È ovvio che qualcosa non va! E riguarda proprio Giorgia Meloni, il suo partito ed i suoi esponenti. Infatti, nella foga retorica della loro iniziativa propagandata per supportare la becera campagna contro il nemico di turno identificato adesso contro chi non sia italiano e non abbia la pelle bianca che più bianca non si può, non si sono accorti che la "scandalosa" promozione messa in atto dal Museo Egizio non è che una delle 15 promozioni rivolte a vari settori di popolazione di pura "razza" italiana!