Come prevedibile, il CdM di giovedì ha dato il via libera al disegno di legge sul processo penale inserendovi, come è logico che sia, anche il lodo sulla prescrizione così come era stato concordato tra le forze di maggioranza, esclusa Italia Viva i cui ministri ieri sono stati assenti ingiustificati alla riunione di Palazzo Chigi.

Così, nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri, il premier Conte e il ministro della Giustizia Bonafede hanno commentato la decisione.

Dato per fatto il provvedimento, che però dovrà essere approvato in Parlamento, oggi il governo si occupa d'altro: il tema del giorno è il rilancio del mezzogiorno, con Conte che è andato in Calabria, accompagnato dai ministri Azzolina e Provenzano, per presentare il Piano Sud 2030.

Ma chi, a parole, un giorno sì e l'altro pure, dice di voler aprire cantieri e rilanciare gli investimenti, non sembra essersi accorto dell'evento perché la sua attenzione è sempre ferma al nodo prescrizione. 

E così, mentre governo e forze della maggioranza hanno deciso di ignorarne lamentele e minacce, Matteo Renzi continua a proclamarsi profeta del garantismo, continua a definire gli alleati giustizialisti e continua a minacciare crisi di governo... dichiarando non di essere lui a volerne uscire (cosa pur vera, visto che, in caso di elezioni, non avrebbe i numeri per conservare gli attuali parlamentari, quelli che lo hanno seguito uscendo dal Pd), ma di essere gli altri a volerlo cacciare.

Una pagliacciata, quella di Renzi, che ormai è diventata una vera e propria commedia dell'assurdo, come dimostra l'ultima sua dichiarazione social, dove in sostanza ripete quello che già ossessivamente va dicendo da giorni:


1. Pd e Cinque Stelle hanno la stessa posizione sulla giustizia. Pur di fare un'alleanza strategica i dem rinunciano al garantismo. Noi invece no: noi non accetteremo mai il giustizialismo che è la forma peggiore di populismo.

2. La posizione del Lodo Conte è incostituzionale secondo i principali esperti. Cercheremo di cambiarla in Parlamento prima che venga bocciata dalla Corte Costituzionale come già avvenuto in settimana alla Legge Bonafede.

3. Questa per noi è una battaglia culturale. Non molleremo di un solo centimetro. Il PD ha scelto di seguire i grillini, noi abbiamo scelto di seguire le persone competenti: avvocati, magistrati, esperti della materia.

4. Questo è il mio ultimo post sulla prescrizione. Adesso che la posizione è chiara, parliamo di tasse, di cantieri, di crisi aziendali. L'Italia rischia una crisi economica devastante, il Governo deve cambiare passo.

5. Se il Premier vuole cacciarci, faccia pure: è un suo diritto! E Conte è il massimo esperto nel cambiare maggioranze. Se invece vogliono noi, devono prendersi anche le nostre idee. Alleati, non sudditi.
Trovo il tono di Conte sbagliato, ma ai falli da dietro del premier rispondiamo senza commettere falli di reazione.
In politica c'è chi guarda i sondaggi e punta alla simpatia e chi guarda i dati ISTAT e punta alla crescita, al PIL, alla fiducia delle imprese.

Se hanno pronto un Conte Ter senza di noi, prego, si accomodino. Noi pensiamo all'Italia e teniamo alte le nostre battaglie.


Il problema, per Renzi, è che, nonostante sostenga di pensare all'Italia, in Italia sono in pochi, anzi pochissimi, a pensarla come lui.

Lo dice un sondaggio di ieri realizzato da EMG Acqua per conto della Rai, in cui il 62% degli italiani ritiene che la prescrizione sia una scappatoia per evitare le condanne, mentre solo il 21% ritiene che sia una tutela per gli imputati da processi interminabili, con gli altri che non hanno dato una risposta.

Quindi, anche gli italiani sono, evidentemente, per la maggior parte dei giustizialisti... sempre secondo Renzi!