Questo mercoledì, alla Sala Zuccari del Senato, l'Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) ha presentato il suo Rapporto 2025 sulla politica di bilancio. La Presidente Lilia Cavallari ha delineato un quadro di crescita moderata per l'Italia, sottolineando i margini di miglioramento legati all'attuazione delle riforme e al potenziamento del mercato del lavoro. All'evento hanno partecipato anche i consiglieri Valeria De Bonis e Giampaolo Arachi, con l'intervento conclusivo del Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.


Quadro macroeconomico e rischi internazionali

Il 2024 si è chiuso con una crescita italiana dello 0,7%, inferiore alla media dell'Eurozona (0,9%). Le tensioni commerciali, in particolare la guerra commerciale innescata dagli Stati Uniti, hanno aggravato un contesto internazionale già fragile, con effetti pesanti su settori chiave come farmaceutico, auto e metalmeccanico. La produzione industriale resta debole, mentre i servizi hanno sostenuto il PIL. L'inflazione è rallentata all'1%, ma tende nuovamente verso il 2%.

L'occupazione ha continuato a crescere (+1,6%), ma i salari reali restano sotto i livelli pre-pandemici, aggravando il problema del potere d'acquisto. Le sfide strutturali legate al calo demografico e al cambiamento climatico restano cruciali, in particolare per il Mezzogiorno e per la competitività complessiva del Paese.


Previsioni per il 2025-2028: crescita cauta e incognite geopolitiche

Le stime per il quadriennio 2025-28 restano prudenti: il PIL dovrebbe crescere complessivamente del 3% entro il 2028. Tuttavia, i rischi rimangono orientati al ribasso, a causa di tensioni geopolitiche, incertezze sull'attuazione del PNRR e possibili shock climatici.


Finanza pubblica: deficit in calo ma debito ancora elevato

Il deficit pubblico è sceso al 3,4% del PIL nel 2024 (dal 7,2% del 2023), grazie alla riduzione degli effetti del Superbonus. Il debito, però, è tornato a crescere al 135,3%, complice anche l'accumulo di crediti fiscali. Il PSB 2025-2029 fissa un percorso di aggiustamento pluriennale per riportare il deficit sotto il 3% già nel 2026, pur preservando gli investimenti pubblici e le riforme.


Riforme fiscali e rischi di drenaggio

La manovra 2025 ha introdotto modifiche fiscali strutturali, tra cui il bonus per il lavoro dipendente e la revisione dell'IRPEF, aumentando però la vulnerabilità all'inflazione. Secondo le simulazioni UPB, l'interazione tra inflazione e progressività fiscale potrebbe erodere i benefici salariali e deprimere i consumi interni.


Difesa: l'Italia sotto pressione per aumentare la spesa

Le nuove iniziative europee per la difesa (REArm Europe e SAFE) consentono agli Stati membri spazi fiscali temporanei per finanziare l'aumento delle spese militari. Per l'Italia, attualmente all'1,5% del PIL, si prospettano incrementi consistenti. Due scenari simulati dall'UPB mostrano effetti positivi ma modesti sul PIL, a fronte di un peggioramento del debito pubblico nel medio-lungo periodo, soprattutto in caso di un ricorso più ampio alla flessibilità UE.


Mercato del lavoro: occupazione in crescita, ma salari stagnanti

Il mercato del lavoro ha sorpreso per capacità di assorbire forza lavoro inattiva, specie donne, giovani e laureati, ma la maggior parte dei nuovi posti è caratterizzata da salari bassi e contratti precari, specie nel Mezzogiorno e nei settori del turismo e dei servizi. La produttività resta stagnante, frenata dal calo dell'intensità di capitale e dalla debolezza del settore industriale.


Industria 4.0: incentivi efficaci, ma costosi

L'UPB ha analizzato l'efficacia degli incentivi Industria e Transizione 4.0, che hanno assorbito circa 16 miliardi tra 2017 e 2022. I crediti d'imposta si sono dimostrati più efficaci delle maggiorazioni di ammortamento nel sostenere investimenti e occupazione, con effetti particolarmente positivi per le PMI e nel Sud. Tuttavia, l'uso massiccio di crediti fiscali ha aumentato i rischi per i conti pubblici, spingendo il Governo a introdurre limiti di spesa e controlli più stringenti dal 2024.


Conclusioni: crescita fragile, scelte difficili

Il Rapporto 2025 dell'UPB delinea una situazione delicata: margini per la crescita esistono, ma servono riforme incisive, politica di bilancio prudente e una gestione oculata degli spazi fiscali, specie per far fronte alle nuove priorità di spesa legate a difesa, PNRR e transizioni industriali.


Il commento di Nicola Fratoianni (AVS):

"Appena ieri Meloni sì era esibita nell'ennesimo show di propaganda sugli stipendi, ma stamattina l'ufficio parlamentare di bilancio ha smontato le sue menzogne. Infatti, come denunciamo da mesi, la pessima riforma fiscale della destra finirà per far pagare ai lavoratori dipendenti 370 milioni di € in più di tasse a causa del fiscal drag. Insomma, una truffa.La presidente del consiglio Meloni può continuare pure ad esibirsi all'infinito a tutti i convegni e a reti unificate sulle tv vantandosi che le tasse stanno diminuendo, ma i numeri sono impietosi e smontano qualunque artifizio propagandistico.Il sistema fiscale progettato dalla destra ha come risultato l'erosione degli stipendi della maggioranza degli italiani. Questa è la realtà che vivono milioni di famiglie e a cui la destra non intende dare risposte. Per questo abbiamo presentato un'interrogazione al governo, della quale attendiamo una risposta immediata e puntuale.Le chiacchere stanno a zero. Ci son solo due cose da fare: restituire i soldi ai cittadini e salvare i loro stipendi. Noi sappiamo come fare".