Saeb Erekat, segretario generale del Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), sabato ha dichiarato che «il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ci ha notificato con una lettera ufficiale che non possono garantire che l'ufficio dell'OLP a Washington DC rimanga aperto a causa del fatto che stiamo aiutando la Corte Penale Internazionale.

Erekat, parlando da Washington, ha aggiunto che «abbiamo risposto a loro con una lettera ufficiale che nel caso in cui chiudesse l'ufficio dell'OLP a Washington, sospenderemo tutte le nostre comunicazioni con questa amministrazione americana.

Tutto ciò è molto spiacevole e inaccettabile ed è il risultato della pressione esercitata su questa amministrazione dal governo Netanyahu. Nel frattempo stiamo cercando di cooperare per raggiungere l'accordo definitivo per eliminare gli ostacoli che minano l'intero processo di pace.»

Questa è la dichiarazione ufficiale rilasciata dall'OLP tramite la propria agenzia di stampa, la Wafa, dopo che un funzionario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato che, in base alle disposizioni decise dal Congresso, il segretario di Stato Rex Tillerson non ha potuto garantire all'OLP il rinnovo dell'autorizzazione per mantenere aperto il proprio ufficio a Washington, "a causa di alcune dichiarazioni rese dal leader palestinesi relative alla Corte Penale Internazionale".

Un funzionario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato che, secondo la legislazione approvata dal Congresso, il segretario di Stato Rex Tillerson non ha potuto rinnovare una certificazione scaduta questo mese per l'ufficio dell'OLP, "a fronte di alcune dichiarazioni rese dal leader palestinese sulla Corte penale internazionale".

Qual è la colpa dell'OLP? Che il presidente palestinese Mahmoud Abbas, nel suo discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite tenuto a settembre, abbia dichiarato che l'Autorità palestinese aveva chiesto alla Corte Penale Internazionale di aprire un'indagine e perseguire penalmente i funzionari israeliani per il loro coinvolgimento nelle attività di insediamento nei territori occupati e nelle aggressioni contro il popolo palestinese.

Il Dipartimento di Stato Usa ha aggiunto che le restrizioni contro l'OLP potranno essere derogate dopo 90 giorni se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avrà preso atto che i palestinesi hanno iniziato un negoziato con Israele". In pratica, gli Stati Uniti hanno messo in atto un vero e proprio ricatto contro l'Autorità Palestinese, anche se non è per nulla chiaro quali siano le finalità di tale iniziativa e quale effetto possa avere per rilanciare i colloqui di pace tra Israele e la Palestina, di cui si dovrebbe occupare Jared Kushner, genero del presidente degli Stati Uniti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la decisione presa dagli Stati Uniti riguarda la legge americana e, pertanto, la rispetta, aggiungendo anche di continuare a lavorare per promuovere la pace e la sicurezza nella regione.