"L'Associazione nazionale magistrati in prima fila contro le riforme costituzionali che mettono a rischio autonomia e indipendenza della magistratura. Il Comitato direttivo centrale, in esecuzione del deliberato dell'assemblea straordinaria, ha quindi definito quali saranno le manifestazioni di protesta in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario che si terrà il 25 gennaio nelle sedi delle Corti di appello in tutta Italia.Il direttivo ha però innanzi tutto deciso di proclamare una giornata di sciopero contro la riforma costituzionale per il 27 febbraio. Una scelta che segue l'approvazione in prima lettura del disegno di legge alla Camera dei deputati.Per l'inaugurazione dell'anno giudiziario diverse le modalità di protesta previste. Dall'invito ai magistrati a indossare una toga e una coccarda, all'esibizione dei cartelli all'esterno delle Corti, fino all'abbandono dell'aula nel momento in cui il ministro o i suoi delegati interverranno.Toccherà poi al prossimo Comitato direttivo realizzare le ulteriori iniziative di protesta e sensibilizzazione in esecuzione del deliberato dell'assemblea straordinaria.Il Comitato direttivo centrale, alla sua ultima riunione del quadriennio, ha infine ribadito le profonde preoccupazione per i disagi creati dal malfunzionamento dell'App per il processo penale telematico, rinnovando quanto già espresso nell'ultimo documento della Giunta esecutiva centrale".

Questa la nota con cui l'Associazione nazionale magistrati ha motivato lo sciopero indetto il 27 febbraio come forma di protesta contro la separazione delle carriere progettata dal ministro della Giustizia, Nordio, spiegato così dal presidente Giuseppe Santalucia. che si è riunito a Roma.

"Non amo la parola protesta, preferisco la parola proposta. Ma ahimè qui proposte di emendamento che rendano il testo costituzionalmente digeribile non ce ne sono. È un testo che andrebbe totalmente eliminato. ...Non c'è nessuna forma di ribellismo illegale o istituzionalmente incompatibile, ma si tratta di rendere palese ai cittadini - e il giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario è un giorno importantissimo - delle ragioni per cui riteniamo che il disegno costituzionale non vada nel segno di un miglioramento della giustizia e del rafforzamento delle garanzie d'indipendenza e autonomia. La blindatura del testo ci ha profondamente colpiti, ci amareggia... è un testo che modifica il Titolo IV della Costituzione. Al referendum spiegheremo in tutte sedi possibili spiegheremo le ragioni della contrarietà, che nulla hanno a che vedere con gli interessi corporativi. La riforma non migliorerà la giustizia ma la affosserà e a pagarne il prezzo finale, in termini dolorosi, sarà la cittadinanza".