Venerdì 26 gennaio 2024, la Corte internazionale di giustizia pronuncerà il suo Ordine sulla richiesta di indicazione di misure provvisorie presentata dal Sud Africa nel caso relativo all'applicazione della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio nella Striscia di Gaza (Sudafrica c. Israele).
Una seduta pubblica si terrà alle ore 13 al Palazzo della Pace a L'Aia, durante la quale la giudice Joan E. Donoghue, presidente della Corte, leggerà l'Ordine. Si ricorda che il 29 dicembre 2023, il Sudafrica ha depositato la richiesta di istruire una causa contro Israele per presunte violazioni da parte di Israele dei suoi obblighi derivanti dalla Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio (la “Convenzione sul genocidio”) in relazione ai palestinesi nella Striscia di Gaza. Nel documento presentato, il Sudafrica ha anche chiesto alla Corte di indicare misure provvisorie al fine di “proteggere contro ulteriori, gravi e irreparabili danni ai diritti del popolo palestinese ai sensi della Convenzione sul genocidio” e “di garantire il rispetto da parte di Israele dei suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio di non commettere genocidio, e di prevenirlo e di punirlo”. Udienze pubbliche sulla richiesta del Sudafrica si sono tenute giovedì 11 e venerdì 12 gennaio 2024.

Pertanto, in base al comunicato diffuso oggi dalla Corte internazionale di Giustizia, alla vigilia del Giorno della memoria sapremo se "ufficialmente" Israele a Gaza stia o meno commettendo un genocidio. Di fatto, che ciò stia avvenendo non vi è alcun dubbio! 

Infatti, mentre da una parte lo Stato ebraico continua i bombardamenti in tutta la Striscia di Gaza, dall'altra impedisce l'accesso agli aiuti umanitari, come sottolineato dal medico norvegese, politico e attivista per i diritti umani, Mads Fredrik Gilbert:

"Si tratta di un piano governativo deliberato per sradicare la popolazione di Gaza attraverso le malattie, i bombardamenti e la non disponibilità di forniture mediche e servizi sanitari, oltre alla carestia e alla mancanza d'acqua. Questo è uno degli attacchi più raccapriccianti e concertati alla salute pubblica che io abbia mai visto", ha dichiarato Gilbert ad Al Jazeera. "Questo è un crimine di guerra. Questa è un'arma di distruzione di massa usata deliberatamente da Israele".

Ma oltre a pianificare lo sterminio dei palestinesi per le prossime settimane e per i prossimi mesi, gli israeliani si portano avanti nel compito, continuando a bombardare i civili nell'area di Khan Younis, dove ne ha uccisi più di 200 nelle ultime 24 ore... e sta continuando!

Il commissario generale dell'UNRWA, Philippe Lazzarini, ha reso noto che 9 persone sono state uccise e 75 ferite dopo che due colpi di artiglieria, sparati da carri armati, hanno colpito un edificio delle Nazioni Unite che ospitava 800 persone.

"Un'altra giornata orribile a Gaza. Il numero delle vittime è probabilmente più alto. Il centro di formazione professionale di Khan Younis è una delle più grandi strutture dell'UNRWA che ospita quasi 30.000 sfollati", ha affermato Lazzarini in un post sui social media. "Il complesso è una struttura  chiaramente contrassegnata come appartenente all'ONU e le sue coordinate sono state condivise con le autorità israeliane come facciamo per tutte le nostre strutture. Ancora una volta un palese disprezzo delle regole fondamentali della guerra".

A seguito di quanto sta accadendo, 16 organizzazioni umanitarie, tra cui Amnesty International, Oxfam e Save the Children, hanno inviato una lettera alle Nazioni Unite chiedendo di mettere immediatamente fine ai trasferimenti di armi, componenti e munizioni a Israele e ai gruppi armati palestinesi, dato il rischio che siano usati per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario:

"L’unica speranza per Gaza, ossia una risposta umanitaria finanziata a livello internazionale, è impedita in questo momento dall’intensità dei combattimenti: i convogli di aiuti sono presi di mira, ci sono frequenti blackout delle comunicazioni, le strade sono danneggiate, sono imposte limitazioni alle forniture essenziali, è quasi del tutto vietato l’ingresso di prodotti commerciali e ci sono procedure burocratiche da superare per portare aiuti all’interno di Gaza.Le azioni militari israeliane hanno distrutto una parte rilevante delle case, delle scuole, degli ospedali, delle infrastrutture idriche, dei rifugi e dei campi per rifugiati della Striscia di Gaza. I bombardamenti indiscriminati in corso e i danni sproporzionati che causano regolarmente ai civili sono inaccettabili. ... Chiediamo un immediato cessate il fuoco e sollecitiamo tutti gli Stati a porre fine ai trasferimenti di armi che possono essere usate per commettere violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario.Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve adempiere alla sua responsabilità di mantenere la pace e la sicurezza a livello globale, adottando misure che fermino i trasferimenti al governo israeliano e ai gruppi armati palestinesi e che impediscano, subito e in maniera efficace, la fornitura di armi che rischiano di essere usate per compiere crimini secondo il diritto internazionale. Tutti gli Stati hanno l’obbligo di prevenire i crimini di atrocità [con crimini di atrocità si identificano i crimini contro l’umanità, i crimini di guerra e quelli di genocidio, ndr] e di promuovere il rispetto delle norme che proteggono i civili. È da tempo che la comunità internazionale deve tener fede a questi impegni".



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