La telenovela: "Draghi Conte e ciò che resta del Movimento"
Cosa vuole Conte in questo momento con il resto dei "resti del M5s" non si comprende bene. Che vogliono restare sulle poltrone questo è chiaro, ma che ci siano divisioni e malcontenti tra M5s ed ex base anche questo è certo.
In realtà Conte cerca di fare nuovi proseliti, forse tra quelli del reddito di cittadinanza , ma non ha le simpatie della vera base del M5s oramai persa. Quella base forte e vera che portò gli ex 5 stelle veri a Roma nel 2013 quali terminali di rete. Cosa è oggi il Movimento 5 Stelle resta difficile capirlo. Certamente snaturato nella sua essenza con tanti "onorevoli" che da terminali di rete sono divenuti dei veri "server".... ma mancherà l'energia a breve.
Cosa dire? Ma questo è il Movimento 5 stelle o un'altra cosa? Conte in realtà da quale Gazebo deriva e che storia possiede nel Movimento?
Un imbrillantinato paracadutato, di bell'aspetto, ma stanco e forse con idee poco chiare. Diciamo che si sta guardando le spalle, anche da presunti amici.
Comunque vadano le cose, non credo che possa staccare la spina al governo, altrimenti alle prossime elezioni non li voterebbero neppure i parenti stretti.
L'incontro tra il premier Mario Draghi e il leader M5s Giuseppe Conte è stato rinviato dopo la tragedia della Marmolada che vede il presidente del Consiglio impegnato nel sopralluogo in Trentino.
Stamane Conte aveva dato la disponibilità al rinvio del faccia a faccia quando ha saputo che il capo del governo si stava recando a Canazei.
Di conseguenza, è stato rinviato anche il Consiglio nazionale del Movimento.
Palazzo Chigi attende l'incontro per fare delle valutazioni e tirare eventualmente delle conclusioni. Nessuna previsione e nessuna indicazione sugli eventuali punti di caduta del presidente del Consiglio rispetto alle possibili richieste di Conte. Anche se la strada già tracciata (e condivisa con i partiti) da qui a fine anno, a cominciare dall'applicazione del Pnrr e dal via libera alle riforme indispensabili, rappresenta comunque la stella polare per le mosse del governo.
Dunque, ascolto ma nessun deragliamento dalla linea impostata. Con la conferma netta di non aver mai chiesto al Garante di far fuori l'ex premier dalla guida dei 5 stelle.
Sullo sfondo c'è l'incognita dell'uscita dall'Esecutivo per un eventuale appoggio esterno, un epilogo verso il quale stanno spingendo molti ortodossi M5s. Un processo che comunque minerebbe alle fondamenta la tenuta del governo e della legislatura stessa, non esistendo alternative. Se il movimento farà il passo estremo di chiamarsi fuori, l'unica strada sarà quella della fine del governo e probabilmente dello scioglimento delle camere.
Dal Pd, intanto, il monito ai 5 stelle da parte di Franceschini, che evidentemente sta al di sopra del segretario e della direzione nazionale del suo partito: se il movimento sceglie l'appoggio esterno "porterà alla fine del governo e all'impossibilità di andare insieme alle elezioni".
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