1.000 militari italiani (soprattutto unità dell'Esercito)sono pronti a partire per la Bulgaria e l'Ungheria per rafforzare il fronte Sud-Est europeo nella guerra in Ucraina. E cosi la guerra si avvicina ancora di più.
"Rafforzeremo la postura di deterrenza e rassicurazione con particolare attenzione al fianco est. L'Italia già contribuisce con una componente terrestre in Lettonia, una componente aerea in Romania, e Islanda ed una navale nel Mediterraneo orientale e a questo sforzo si aggiungeranno impegni in Bulgaria e Ungheria che saranno inseriti nella Delibera Missioni di prossima presentazione in Parlamento", queste le parole del Ministro della Difesa Guerini.
L'Italia sarà al comando dei contingenti dei Paesi NATO che sono già dispiegati in Bulgaria con un ruolo di grande responsabilità. Pare quindi che l'intervento militare diretto dell'Italia nel conflitto ucraino sembri davvero inevitabile, nonostante i tanti negoziati da una parte e l'invio però di armi all'Ucraina dall'altra parte.
Ma la pace si sa, non si ottiene mai con l'invio di armi, ormai da mesi, all'Ucraina, invio che non si ferma nemmeno davanti al "Se continuate sveleremo tutto" da parte dei russi. Dove quel "tutto" si riferisce soprattutto a quello che accadde in piena pandemia nel 2020 in Italia, quando ci fu una missione da parte di militari russi, tra i quali alcuni epidemiologi, che supportarono i sanitari italiani durante la terribile ondata del Covid-19.
Intanto l'invio di armi continua, e i militari italiani si preparano a partire per una possibile guerra che non è la loro, come ha detto qualche Generale. (lasottilelinearossa.over-blog.it)