Voto anticipato in Germania dopo che il Bundestag ha sfiduciato il governo Scholz
La Germania verso elezioni anticipate: Scholz si dimette dopo il voto di fiducia
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ufficialmente posto fine al suo mandato attraverso il meccanismo del voto di fiducia, previsto dall'articolo 68 della Costituzione tedesca, dopo il crollo della coalizione di governo. Una scelta rara, quella del voto di sfiducia, per la politica tedesca, comunque già adottata nel 2005 da Gerhard Schröder.
Il Bundestag, con 394 voti contrari e 207 a favore, ha certificato la mancanza di una maggioranza per Scholz, ufficializzando la crisi già in atto da tempo dopo che i liberali del FDP, abbandonando la coalizione formata insieme a SPD e i Verdi, avevano lasciato il governo in minoranza.
Le elezioni anticipate si terranno il prossimo 23 febbraio, sette mesi prima della scadenza naturale. La decisione è stata concordata dai partiti con il presidente federale Frank-Walter Steinmeier.
Nel dibattito che ha preceduto il voto del Bundestag, Scholz ha puntato il dito contro il partito liberale, accusandolo di aver sabotato il governo con atteggiamenti “teatrali” che, secondo il cancelliere uscente, hanno danneggiato non solo l'esecutivo, ma anche la reputazione della democrazia tedesca.
“La politica non è un gioco”, ha dichiarato Scholz, criticando aspramente la decisione dei liberali di rompere la coalizione in un momento di grande instabilità geopolitica ed economica per l'Europa. Nonostante la situazione, Scholz ha utilizzato il dibattito per rilanciare il proprio programma in vista di una possibile rielezione. Tra le priorità da lui indicate spiccano promozione dell'energia rinnovabile e potenziamento delle infrastrutture; lo snellimento burocratico per stimolare la crescita economica; massicci investimenti in sicurezza e difesa, alla luce delle tensioni legate alla guerra in Ucraina e alla minaccia di una potenza nucleare a poche ore di volo dall'Europa.
Il crollo della coalizione “semaforo” (SPD, Verdi e FDP) rappresenta non solo una battuta d'arresto per l'agenda politica del cancelliere, ma anche un test per la stabilità delle alleanze parlamentari nel sistema tedesco. La scelta del FDP di abbandonare il governo, in una legislatura segnata da difficili compromessi, evidenzia le tensioni tra le forze politiche, che sembrano incapaci di trovare un equilibrio sostenibile su temi chiave come il bilancio statale, la transizione energetica e le riforme strutturali.
L'opposizione, intanto, si prepara a capitalizzare sulla crisi della coalizione. I democristiani della CDU/CSU, guidati da Friedrich Merz, cercheranno di conquistare la maggioranza, senza dimenticare però che dovranno fare i conti con i neonazisti dell'AfD, su posizioni euroscettiche e nazionaliste, che potrebbero guadagnare terreno anche a livello nazionale, complicando così la formazione di un governo stabile con un orientamento di centrodestra.