Al solito, la catastrofe serve ai media ad accrescere tirature e contatti (e quindi introiti e in prospettiva inserzioni pubblicitarie). Tutti si lasciano volentieri coinvolgere: un primo piano davanti alla telecamera, un frammento di intervista col proprio nome e cognome in un colonnino di stampa, sono appetibili, anche davanti alla tragedia del proprio paese, degli amici e dei familiari.
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inviato da osipensaosicrede01 - 27/08/2016 - 08:23
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I cronisti fanno il loro sporco lavoro, e lo fanno, nella quasi totalità dei casi, in modo becero e grottesco, spesso violento: pronti a passare sui cadaveri, letteralmente. Nelle domande insistite, invadenti, ai sopravvissuti o alle persone impegnate nei soccorsi, sembra di cogliere un implicito, sotterraneo godimento quando si può spostare in su l’asticella delle vittime.
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I cronisti fanno il loro sporco lavoro, e lo fanno, nella quasi totalità dei casi, in modo becero e grottesco, spesso violento: pronti a passare sui cadaveri, letteralmente. Nelle domande insistite, invadenti, ai sopravvissuti o alle persone impegnate nei soccorsi, sembra di cogliere un implicito, sotterraneo godimento quando si può spostare in su l’asticella delle vittime.
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