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Il governo Meloni approva un decreto legge con disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria

"Qui Roma, APPROVATO in Consiglio dei ministri il DECRETO PONTE. Giornata storica: dopo tanti anni di disfattismo e sfiducia, questo governo riaccende il progetto del Ponte sullo Stretto, che collegherà la Sicilia con la Calabria, il resto d’Italia e l’Europa.Un’infrastruttura che ha l’ambizione di diventare la più moderna e sostenibile al mondo e che porterà lavoro, sviluppo e futuro.Un modello dell’Italia che crede in se stessa, cresce e non si pone limiti. Avanti con concretezza e impegno", così giovedì dichiarava un entusiasta Matteo Salvini.

Un entusiasmo, a ben vedere, che non sembra trovare giustificazione nel comunicato stampa con cui Palazzo Chigi rispolvera il ponte sullo Stretto di Messina, con il decreto legge "disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria":

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha approvato, salvo intese, un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria.Il testo interviene in modo complessivo in differenti ambiti (tra i principali: assetto societario e governance della Stretto di Messina S.p.a., rapporto di concessione, riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell’opera, servizio di monitoraggio ambientale), al fine di consentire, nei tempi più celeri, il riavvio della procedura di progettazione esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina.

Già il decreto legge salvo intese non è indice di unità all'interno del Governo in relazione al ponte sullo Stretto, inoltre, la sua finalità è relativa a questioni di ordine burocratico e siamo ben lontani anche solo dall'immaginare una data per porre la prima pietra.

Detto questo, alcune considerazioni sul ponte.

La prima è che, rispetto ad una sua recente affermazione, Salvini è tornato a parlare della realizzazione di un ponte sullo Stretto di Messina e non più di un ponte sul Canale di Sicilia, cioè dalla parte opposta dell'isola, che avrebbe potuto unire solo Marsala con Tunisi. 

Era un punto dirimente di non poco conto considerando che il ministro dei Trasporti pensa di voler utilizzare il precedente progetto che prevedeva un ponte lungo 5 Km e non oltre 100!

Ma anche in relazione al precedente progetto, vi sono molte perplessità.

Per quanto riguarda quelle di ordine burocratico, Salvini pensa di volerne affidare la realizzazione alla stessa società che adesso è in liquidazione. Una liquidazione iniziata una decina di anni fa... Possibile che Corte dei Conti e Unione europea non abbiano nulla da ridire nel non voler indire una nuova gara da parte dell'esecutivo? Ed in tal caso, la società in liquidazione starà ad osservare silente senza rivolgersi al TAR e al Consiglio di Stato per riottenere l'appalto?

Per quanto riguarda invece gli aspetti tecnici, Salvini vuole costruire un ponte dove è presente una faglia che agli inizi dell'800 e agli inizi dl 900 ha causato due terremoti tra i più, se non i più, devastanti mai registrati in Italia. A vista, oggi, il terreno su cui si vogliono costruire le basi su cui dovrebbe fare affidamento il ponte per la sua tenuta mostra a vista delle evidente fratture nel terreno.

C'è poi l'aspetto tecnico, quello della campata unica. Quello che Salvini vuole costruire ha una sola campata che, alla fine dei lavori, risulterebbe la più lunga al modo... mai costruita prima d'ora. Anche in Giappone, paese di ponti e terremoti, hanno desistito alla tentazione di fare una campata di 3 Km perché potrebbe finire per essere instabile, soprattutto volendo realizzare un'opera che prevede oltre al traffico su gomma, anche quello su rotaia. 

E come se questi elementi fossero di poco conto, c'è da aggiungerne un altro non certo irrilevante. Sullo Stretto di Messina, alla quota in cui il ponte dovrebbe essere costruito soffia il vento... anche molto forte. Questo significa che è un ulteriore elemento che inciderà sulla stabilità del ponte e sulla sua percorribilità. Al tempo dei primi studi, con un vento intorno agli 80 Km/h, il traffico sul ponte non verrebbe consentito. In quella zona e a quella altezza, un vento con quella velocità è tutt'altro che raro. 

Ma Salvini dice che farà "il ponte a campata unica più bello, più sicuro, più green di tutto il mondo". La Meloni, però, sull'argomento ponte non ha rilasciato dichiarazioni. Un segnale?

Per ultimo, un'ultima considerazione. Costruire il ponte sullo Stretto, considerando le infrastrutture presenti in Calabria e Sicilia dove in alcune zone ci vuole quasi un giorno per percorre un centinaio di chilometri in treno, è come voler acquistare l'arredamento completo di una casa prima di averne fatto le fondamenta. 

E per Salvini, il ponte sullo Stretto sarebbe un'opera necessaria... ora.

Autore Gino Tarocci
Categoria Politica
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