Biden ad un passo dal diventare il 46° presidente, gli Stati Uniti ad un passo dalla rivolta?
Circa 200 sostenitori di Trump, in parte armati di fucili e pistole, si sono ammassati davanti a un edifico di Phoenix, in Arizona, in cui si stava effettuando il conteggio delle schede elettorali delle votazioni del 3 novembre, perché si era sparsa la voce, infondata, che i voti assegnati a Trump non venivano contati.
A Detroit, ma in quel caso il numero di persone era solo di poche decine, è accaduto lo stesso. Altre manifestazioni si sono registrate anche in altre città, ma in senso opposto, in funzione anti-Trump, come ad esempio a Minneapolis.
Da qui a sabato prossimo, sono in programma un centinaio di manifestazioni, decise dopo che Donald Trump ha parlato di brogli nel conteggio dei voti e dopo che, a sostegno di questa tesi, Rudy Giuliani, suo avvocato, ha annunciato azioni legali a fronte di schede a favore di Biden intestate a persone decedute o che comunque non avrebbero dovuto essere conteggiate. Tutte accuse non circonstanziate e senza prova alcuna.
Non dimentichiamoci che Trump aveva assurdamente annunciato la sua vittoria quando ancora si stava effettuando il conteggio delle schede in numerosi Stati e la fatidica soglia dei 270 delegati era ancora molto lontana. Del resto Trump non vuole arrendersi all'idea di aver perso le elezioni e, non avendo ottenuto il consenso nelle urne, adesso scatena il suo "esercito", anche se non è ben chiaro quale sia il suo intento.
Forse pensa che minacciare una rivolta popolare possa permettergli di rimanere in carica per un altro mandato? Oppure pensa di poter invalidare il voto e far ripetere le elezioni? Oppure di trovare una sponda in un qualche tribunale compiacente per ribaltare l'esito del voto o costringere ad un riconteggio negli Stati in cui non ha vinto rimandando la nomina di Biden all'infinito?
In questo momento a Biden, in base ai risultati dei conteggi in atto che stanno andando per le lunghe a causa del numero di voti arrivati per posta, mancano meno di venti delegati per ottenere la vittoria e diventare il presidente "eletto" degli Stati Uniti, in attesa di entrare in carica il prossimo gennaio. Un margine che si colmerà nelle prossime ore.
E nelle prossime ore capiremo se l'esito del voto sarà accettato democraticamente o meno da Trump e dal suo esercito.