Così i partiti a supporto della candidatura di Luciano D'Amico hanno motivato il risultato, cioè la sconfitta, alle regionali in Abruzzo...


Elly Schlein, PD: "Marco Marsilio ha vinto le elezioni regionali, a lui vanno le nostre congratulazioni e gli auguri di buon lavoro. Il ringraziamento più profondo va alla generosità con cui si è speso Luciano D'Amico, insieme a tutta la coalizione. Fino a qualche settimana fa l’Abruzzo era dato per perso senza discussioni, il presidente uscente di Fratelli d’Italia partiva con un vantaggio di 20 punti nei sondaggi.E invece unendo le nostre forze attorno a una visione comune abbiamo riaperto la partita e ridotto quello scarto in modo significativo, ma non ancora sufficiente. Questo ci sprona a continuare a batterci con ancora più determinazione per costruire un’alternativa solida in grado di competere con la coalizione delle destre. Insieme continueremo a fare opposizione in Regione e a garantire rappresentanza e voce a tutte le persone che hanno creduto in questo progetto.Da segretaria del Partito Democratico voglio ringraziare di cuore le nostri candidate e i candidati, insieme a tutti i militanti, per l’ottimo risultato ottenuto dal PD, che ha quasi raddoppiato il suo consenso arrivando oltre il 20%, rispetto all’ 11% delle ultime regionali, e crescendo di quasi 4 punti anche rispetto alle politiche dell’anno scorso. Continueremo a seminare, sappiamo che sarà un lavoro di costruzione paziente.A volte si vince e a volte si perde, ma noi non perdiamo né la speranza né la determinazione e rilanceremo la sfida in vista delle prossime tornate e delle elezioni europee".  

Giuseppe Conte, Movimento 5 stelle: "La comunità abruzzese con il suo voto ha dato un segnale chiaro, riconfermando il Presidente uscente. Ho appena sentito Marsilio per augurargli buon lavoro per il bene dell'Abruzzo.Ringrazio Luciano D'Amico per il gran lavoro fatto: un candidato serio e competente, con cui dall'opposizione continueremo a porre le basi per i progetti su sanità, ambiente e rilancio del tessuto produttivo.Marcheremo a uomo, per il bene dell'Abruzzo, la nuova Giunta e il Governo Meloni affinché vengano rispettate le mirabolanti promesse fatte da Meloni e Ministri negli ultimi giorni della campagna elettorale.Registriamo il risultato modesto del M5S, che ci spinge a lavorare con sempre più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori, per convincere a impegnarsi e a partecipare soprattutto i troppi cittadini che non votano più. Dobbiamo farlo sulla scia della vittoria ottenuta in Sardegna, che ci ha portato qualche giorno fa ad eleggere la prima Presidente di Regione M5S della storia, Alessandra Todde. Un segnale da cui ripartire".


Nicola Fratoianni:
"Sì, abbiamo recuperato molti voti alla destra e Luciano D’amico è riuscito a restituire anima e cuore a una coalizione che sembrava non avere alcuna chance.Però è inutile negare che mastichiamo amaro, perché ci abbiamo creduto e non siamo riusciti a ribaltare fino in fondo la situazione.Non abbiamo altra strada che continuare a lavorare e costruire proposte per migliorare la vita dei cittadini.Dispiace che sia già ripartito il tormentone sulle dimensioni del campo, è argomento cui sono affezionati i media, ma anche qualche segretario di partito, che continua a fare l’altalena sul tema delle alleanze, a seconda di vittorie e sconfitte.Non è ancora chiaro, forse, che mentre discettiamo della dimensione del campo gli altri si portano via il pallone.Grazie a Luciano D’Amico, risorsa vera e straordinaria. Grazie ad Alleanza Verdi Sinistra, che ha ottenuto un risultato superiore a tutti i dati storici e riporta gli ecologisti e la sinistra nel consiglio regionale dell’Abruzzo dopo quasi 20 anni.Andiamo avanti, con coraggio".


Carlo Calenda: "Le elezioni abruzzesi dimostrano in primo luogo quanto sia sbagliato parlare di “vento che cambia” a livello nazionale per un’elezione vinta in Sardegna per 1.600 voti, grazie al voto disgiunto nel centro destra. Purtroppo sappiamo che questa è una tentazione irresistibile per politici e media.Tralascio ogni commento relativo ai fantomatici campi larghi che non esistevano prima e non sarebbero esistiti neppure nel caso di una vittoria in Abruzzo.Ogni elezione regionale fa storia a sé ed è influenzata da dinamiche locali. Provo a sintetizzare cosa ci racconta l’esito dell’Abruzzo.L’affluenza bassa delle regionali – vicina ad un elettore su due – premia il voto organizzato. Il voto di opinione continua a rimanere ai margini di questo tipo di elezione. Ne abbiamo una prova anche guardando i dati di Azione. Dove abbiamo un parlamentare presente sul territorio, Giulio Sottanelli, prendiamo il 7% (Teramo), dove non abbiamo parlamentari o consiglieri regionali prendiamo il 3%.La qualità del candidato, anche per le ragioni di cui al punto precedente, conta relativamente. Marsilio ha messo in atto vergognose politiche clientelari, dai quattrocentomila euro dati ad ogni Consigliere Regionale per foraggiare associazioni, agli otto milioni spesi per ospitare il Napoli calcio con tanto di pullman provenienti da Napoli per il voto in Abruzzo. Queste politiche hanno funzionato, nonostante la sanità a pezzi e le infrastrutture intermittenti che appaiono o scompaiono con i cicli elettorali.A Luciano D’Amico va il nostro ringraziamento per aver fatto una battaglia appassionata e seria. Speriamo di poter lavorare insieme nel consiglio regionale e non solo.La scelta di non andare con un candidato terzo ma di sostenerne uno civico e di qualità, nell’ambito dei due schieramenti, ha premiato Azione. Il risultato del 4%, pur in assenza di Consiglieri regionali e in presenza di liste civiche molto forti che hanno sottratto voti a tutti i partiti, è ottimo.Si conferma il fatto che siamo l’unico partito dell’area liberale ad esistere sui territori e ad avere una prospettiva di crescita.Adesso pensiamo alle europee. Una sfida a noi congeniale perché proporzionale e incentrata sul voto di opinione.Avanti dunque. La strada è lunga e difficile ma anche avvincente per chi vuole una politica seria e competente animata da un forte spirito repubblicano".


Come si può vedere, più che un campo largo, quello dell'opposizione ai (post) fascisti è un campo sparso... ed è giusto che sia così.

Ciò che è sbagliato in Italia è voler andare al voto con sistemi basati su alleanze pre-elettorali, mentre invece dovremmo votare, sempre, le proposte di singoli partiti. Il consociativismo pre-elettorale, supportato da un sistema mediatico composto per lo più da servi che pretendono di definirsi giornalisti, ha trasformato le competizioni politiche in competizioni sportive, dove quello che conta è vincere, non certo proporre soluzioni, vere, di buon governo.

E a dimostrazione di ciò non è tanto che in Abruzzo abbiano (ri)vinto i (post) fascisti, quanto il fatto che a votare sia andato un elettore su due... che ormai è la norma per qualsiasi tornata elettorale.