Cronaca

Spara a Salvini e ammazza al negar

NON MI FATE PAURA!
Minacce a Parma: “SPARA a Salvini e mira bene”.
Indignato per questa istigazione alla violenza, ovviamente non mi fanno paura e mi aspetto una condanna da tutto il mondo della politica, della cultura e dell'informazione. Vedremo...


Ma guarda! Il ministro dell'Interno si è indignato perché qualcuno ha scritto su un muro la frase sopra riportata... anche se non sul muro della sua abitazione.

Al contrario, però, lo stesso ministro Salvini non sembra darsi troppa pena se, invece, qualcuno scrive "ammazza al negar", accompagnato da una svastica, sul muro di casa dove abita una persona di colore.

È accaduto a Melegnano, a Bakary, un senegalese di 21 anni adottato dai signori Angela Bedoni e Paolo Pozzi. Ed è già la seconda volta che succede. La signora Bodoni, per questo, ha denunciato che negli ultimi tempi si è creato nel Paese un clima da caccia allo straniero che prima non c'era, attribuendone la responsabilità a Matteo Salvini e aggiungendo: «Del resto, qualcuno Salvini lo ha eletto... non è andato al governo da solo.»

Tirato in ballo sull'argomento, Salvini ha dichiarato: «Chi fa distinzioni basate sul colore della pelle è un cretino, ma si rispetti la richiesta di sicurezza e legalità che arriva dagli italiani.»

Una dichiarazione, così riportata dai media, che appare al tempo stesso incomprensibile e allucinante, dato che l'unica spiegazione plausibile sembra essere quella di una giustificazione nei confronti di chi ha scritto quella minaccia razzista. In pratica, Salvini gli dà prima del cretino, ma poi ricorda che comunque lì abita un nero e un nero, in quanto tale, non deve esser certo una persona perbene!

Così, mentre da una parte Salvini dice di voler condannare il gesto, dall'altra finisce per sdoganarlo!

E non c'è neppure da meravigliarsene, visto che da anni promuove la sua propaganda elettorale indicando i migranti come l'origine di tutti mali d'Italia, postando sui suoi profili social fatti di cronaca nera che hanno per protagonisti, in negativo, persone di colore. Il tutto "condito" con lo slogan "prima gli italiani".

 

Così gli italiani, quelli cretini, hanno pensato che grazie a Salvini si poteva finalmente dire che il nero, in quanto tale, è un nemico, brutto e cattivo, che magari puzza, e che è possibile considerarlo un essere inferiore... sicuramente rispetto a chi deve venire prima.

Una forzatura? Mica tanto. Altrimenti come spiegare l'altro episodio di cronaca, di cui siamo stati informati ieri, in cui un maestro elementare, a Foligno, ha messo alla berlina dei bambini di colore alla presenza dei compagni di classe.

Il maestro in questione, supplente, ha indicato alla classe in cui insegnava un bambino di colore dicendo agli altri alunni: «Ma che brutto che è questo bambino nero! Bambini, non trovate anche voi che sia proprio brutto? Girati, così non ti devo guardare».

La stessa cosa l'aveva fatta anche con la sorellina che frequenta un'altra classe nello stesso istituto elementare. Inoltre, il maestro avrebbe anche costretto entrambi i bambini a stare in piedi, voltando le spalle agli altri alunni e fissando un segno sul vetro della finestra fatto da lui, in precedenza.

L'insegnante, anche se si fa fatica a chiamarlo così, è stato sospeso. Successivamente, si è poi scusato spiegando che quella da lui fatta era "un'attività per l'integrazione finalizzata a far prendere coscienza agli studenti del concetto di differenza razziale e di discriminazione". In pratica... un malinteso!

Curioso, però, che chi è stato protagonista dell'esperimento non ne fosse stato prima informato.


Questo è il clima dell'Italia in cui gli italiani devono venire prima. Un clima di odio razziale, di chiaro stampo fascista, sdoganato dall'attuale Governo, voluto dalla Lega di Salvini e supportato dal Movimento 5 Stelle di Di Maio.

Questo è il cambiamento a cui stiamo assistendo: lo sdoganamento del razzismo e, di conseguenza, del fascismo ad esso collegato. Nonostante ciò, secondo Matteo Salvini, principale responsabile di questa deriva, gli italiani dovrebbero scendere in piazza strappandosi i capelli perché qualcuno invita a sparargli.

Questa non è aritmetica. In questo caso, infatti, invertendo l'ordine dei fattori il prodotto cambia, eccome se cambia... nonostante Salvini cerchi disperatamente di far credere il contrario.

Autore Ugo Longhi
Categoria Cronaca
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