Dai toni roventi la corsa alla casa Bianca fra l’attuale Premier repubblicano ed il candidato di punta democratico Joe Biden, nato in Pennsylvania nel 1942, laurea in scienze politiche e specializzato in legge, con una ventennale carriera politica da Senatore Federale e da Vicepresidente di Obama.
Ed è proprio dall' Obamacare che il democratico Joe Biden inizia il suo programma da candidato alla Presidenza, puntando essenzialmente alla classe media americana e all’ elettorato nero, potenziamento delle linee ferroviarie e dei treni ad alta velocità, un piano verde da oltre 5mila miliardi per sostenere l’ambiente, la carbon tax per scoraggiare l’estrazione del gas naturale, una politica estera sanzionatoria contro Cina, Iran, Venezuela e Russia., etc.
Donald Trump ribatte, insistendo sul proseguimento della linea repubblicana anti flusso migratorio, non abbassando mai la guardia su Messico e muro e , nei fatti, rimanendo dalla parte delle lobbies americane venditrici di armi. Anche in politica estera il Tycoon non sembra turbarsi granchè di fronte al mandato di arresto per lui e per 35 connazionali, accusati dalla magistratura iraniana di aver ucciso il generale Quassem Solimani con il raid statunitense del 3 gennaio 2020, a cui è seguita la controffensiva iraniana del 8 gennaio con un attacco su 2 basi USA , risultato 100 soldati americani feriti . . .
Il mondo inizia a schierarsi, l’America si confronta su sanità, ambiente, migrazioni
La campagna elettorale dei due sfidanti non rallenta neppure per il coronavirus che, invece, garantisce di diventare motivo di sorprese e risvolti inaspettati. Il 3 novembre 2020, l’ election day per il 46esimo Presidente USA ed il suo Vicepresidente, grazie al sistema diretto ( ovvero il collegio elettorale dei 538 grandi “electors”) promuoverà 100 senatori, 435 deputati, 3 grandi elettori del distretto della Columbia. Gli Electors a loro volta eleggono il Presidente con elezioni sviluppate in due fasi, le primarie a metà del mandato presidenziale e le elezioni vere che si svolgono ogni quattro anni.
L’election day rimane sempre un momento di grande attenzione non solo per gli USA, ma per l’intero mondo. Sugli spalti della politica gli schieramenti a favore dei due sfidanti: a sostegno di Donald Trump che da anni chiede la costruzione di una barriera d’acciaio alta 9 mt per 43 miglia fra la California e il Messico( lungo il parco nazionale), o a favore di Joe Biden, sul palco contro la distruzione della falda acquifera e della fauna selvatica, distruzione di sepolture indiane monumentali sulla linea di confine.
A ben guardare, l’America rimane un tagliente frammento dello specchio chiamato mondo. I problemi migrazione, ambiente, diritti civili sono anche i nostri, consapevoli che l’equilibrio di una politica saggia dispenserebbe benefici al pianeta terra.
Gli uomini e le leggi quando hanno aperto le porte ai diritti umani, hanno scacciato le ombre di guerre e conflitti, placata la sete di giustizia. Lo insegnano i libri di Storia.