“Responsabilità sociale genitoriale e responsabilità sociale scolastica”

È il titolo di un post di un sito particolare "Progetto Io Valgo" .

Particolare, perché mette in risalto i lavori realizzati da bambini su un argomento che trattano poche scuole superiori, anche grazie all’intervento di associazioni. Questi alunni della primaria hanno iniziato nel 2017/18 con la  loro docente( Dott.ssa Maria Amantea, criminologa, esperta di didattica finalizzata alla prevenzione del disagio minorile. Ha aperto a Milano il primo sportello territoriale gratuito di prevenzione del bullismo & cyberbullismo)un percorso di educazione alla prevenzione della violenza di genere.

Non è da poco, considerato che per molte scuole è un tabù o per meglio dire alcune si stanno affacciando adesso all’argomento con le dovute pinze. Il progetto è pioniere in tutta Italia se non in Europa.(www.progettoiovalgo.com)

Frugando nel sito si scopre che di essi ne ha parlato "Donna Moderna"   e che questi bambini hanno realizzato convegni sull’argomento e non solo, ma ne hanno discusso in Università Bicocca.

Sembrerebbe assurdo crederci se non fosse che ci sono foto e link che lo attestano.

L’attenzione si sofferma su di un post del blog”  “ Da stupro in piazza a stupro sociale”. Ciò che fa riflettere è che la dott.ssa Amantea, parla, con riferimento allo stupro di Capodanno di  “Stupro sociale” coniato per la prima volta ad una responsabilità sociale( anche questo un termine con un significato nuovo, non più riferito alla natura di impresa economica) e sottolinea come esso sia frutto di un’indifferenza che uccide, di una responsabilità sociale collegata ad un tipo di genitorialità  "Distratta"e alla assenza a scuola di percorsi educativi di prevenzione specifica, volti ad integrare un percorso formativo completo ed attinente alle lacune sociali.

Ciò lascia molto riflettere. La collaborazione educativa interattiva tra le diverse componenti sociali dovrebbe rafforzare l' educazione al senso di umanità. La “Cultura del possesso” collegata al femminicidio sarebbe nascosta, come esisterebbe una nascosta “Indifferenza sociale” ch'è assidua nel tempo. Proprio perché il dimenticare alcune azioni pesanti( lo stupro di Capodanno) porterebbe ad abbassare l’attenzione per il rispetto del genere femminile si mette in risalto quanto espresso:

“Quando una donna diventa vittima, perché non è tutelata, quando si sente derisa e fatica a far valere una denuncia; quando dopo i primi giorni, da una violenza, viene abbandonata senza alcun supporto; quando davanti ad uno stupro pubblico dell’horror, la politica ne parla oggi cavalcando l’onda e domani la dimentica; quando le donne si riuniscono in piazza solo il 25 novembre, quando l’ educazione della prevenzione della violenza di genere è un optional per pochi docenti, ed è rimessa al volontariato delle associazioni è allora, che la violenza diventa figlia dell’ indifferenza sociale.

Dov’è la cultura, se dei giovani profanano il corpo di una ragazza in pubblico? 

Dov’è la cultura se dei ragazzi pensano di trarre piacere dal possedere, con la droga dello stupro, un corpo inerme?

Dov’è il rispetto della dignità individuale, e ancor prima della vita? 

La responsabilità genitoriale e scolastica possono fare molto collaborando insieme. Non sono i titoli o l’esser bravi a scuola a fare acquisire il senso di umanità. La storia insegna….ci sono stati ingegneri che hanno costruito camere a gas ecc..

Non ci sto a sentir dire che sono cose che capitano.. Quando capitano? Quando le agenzie educative su queste tematiche sono assenti, distratte o indifferenti.

L’indifferenza sociale mette radice in quella società ch’è malata, che addita, spende parole, si mette in mostra in programmi televisivi ma che fa poco o nulla per cambiare le cose….e allora di fronte alla violenza dei giovani, i colpevoli sono gli adulti, perché essi imitano e fanno ciò che gli si permette di fare.

La violenza sulle donne è figlia di quella nascosta indifferenza sociale, ancor prima della “Sottocultura del possesso”. 

E’ ora di non abbassare lo sguardo. Il cambiamento, parte da una decisione.”

Il percorso educativo messo in campo dalla dott,ssa Amantea, oltre che innovativo è vasto, adottato in diverse regioni, cammina silenziosamente con la collaborazione gratuita di chi crede nella forza dell’azione.

Concordo nel non abbassare lo sguardo e sulla necessità di intervenire con una specifica e continua azione educativa.