"Il tempo che si consuma e che non torna più"

Un dialogo interiore così vero e tangibile, in continue contraddizioni, che in realtà non si riesce a controllare per lo scorrere del tempo che va via.

Una dichiarazione di fragilità, una disarmante richiesta d’aiuto contro le avventurose alternative che di sé ha costruito nella sua mente, mantenendosi puro e perfetto nella sua assoluta solitudine, migliore della sua monotona realtà piuttosto, forse!

Andrea è un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer. Anna, sua figlia, che è molto legata a lui, cerca solo il suo benessere e la sua sicurezza. Ma l’inesorabile avanzare della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito.

Commosso e intenerito, commuove e intenerisce di più del personaggio rinchiuso in un lungo soliloquio discordante, forgiato però in un crescendo di emozioni e di intensità, vissuto nel percorso umano come di coloro che in campo: “Non sbagliano mai un rigore”.

Comunque un personaggio che trasmette ansia, incontrollabile e positiva forse, ma sempre ansia.

Una possibilità di credere che anche noi, in fondo avremmo potuto manifestare la stessa cosa, coinvolti dalla “Sindrome dell’Anch’Io”.


La forza di questa pièce consiste nel saper raccontare col sorriso e con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi, luoghi e persone.

 

Goldenart Production
presenta
Alessandro Haber Lucrezia Lante della Rovere

IL PADRE
di Florian Zeller

e con Paolo Giovannucci
Daniela Scarlatti
Ilaria Genatiempo Riccardo Floris

traduzione, adattamento e regia
Piero Maccarinelli
Scene Gianluca Amodio Costumi Alessandro Lai
Musiche Antonio Di Pofi Disegno Luci Umile Vainieri

Dal 10 AL 27 GENNAIO 2019
Teatro Manzoni Milano
www.teatromanzoni.it

 

_©Angelo Antonio Messina

Foto: _©Tommaso Le Pera