Con un'ora di ritardo, perché doveva attendere il via libera ufficiale da parte di Bruxelles che è arrivato solo a mezzogiorno, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è presentato al Senato per annunciare all'aula che la Commissione Ue aveva dato il proprio via libera alla legge di bilancio 2019 e che, pertanto, non vi sarebbe stata alcuna procedura d'infrazione nei confronti del nostro Paese.

Che cosa ha detto Conte ai Senatori presenti?

Prima di tutto che «allo scopo di rispondere alle urgenze, ai bisogni dei cittadini e delle imprese», il Governo ha realizzato «interventi di equità sociale, di inclusione e di sostegno al reddito, che in base a una stima iniziale, hanno determinato, insieme alle altre misure anche di investimento, un deficit del 2,4 per cento.»

Poi, il presidente del Consiglio ha ricostruito la contrapposizione tra Governo italiano e Commissione Ue in rapporto ai contenuti presentati nella legge di bilancio, facendo però confusione su date e conseguenti attività da lui svolte in relazione alla soluzione della crisi con Bruxelles, come dimostrano le parole seguenti:

«Quando, il 21 novembre scorso, la Commissione ha formalizzato le sue riserve sulla versione rivista del Documento programmatico di bilancio presentato dall'Italia, i margini di negoziazione sono risultati subito davvero contenuti ed esigui. E' stato allora che con il sostegno dei Vice Presidenti, dei Ministri e del Ministro dell'Economia in particolare, mi sono assunto l'onere e anche la responsabilità di riannodare i fili del dialogo, affinché non fosse compromesso il processo riformatore che il Governo intendeva realizzare già con questa sua prima manovra economica.

Ho dunque insistito con il presidente Juncker perché si rendesse disponibile a un ulteriore incontro, che si è svolto sabato 24 ottobre, nel corso di una cena di lavoro a cui hanno partecipato anche il Ministro Tria, il Vicepresidente della Commissione responsabile per l'euro e per il dialogo sociale Dombrovskis e il commissario agli affari economici e monetari Moscovici.»

A questo punto, Conte ha detto di aver trovato nei suoi interlocutori europei sia rigidità che aperture. Queste ultime, a suo dire, lo avrebbero convinto della necessità di fare, da parte del Governo, uno sforzo aggiuntivo per provare a trovare un accordo con l'Europa.

In che modo? Lavorando «affinché fosse puntualmente quantificata, con apposite relazioni tecniche, la stima economico-finanziaria delle misure, soprattutto di quelle a carattere sociale e previdenziale, che avevano maggiormente attirato l'attenzione dei nostri interlocutori europei. Queste valutazioni, che hanno richiesto tempo, hanno rivelato che le risorse effettivamente necessarie per la realizzazione dei due principali interventi erano inferiori e sono inferiori a quelle inizialmente previste.»

In pratica, il premier Conte ha detto al Senato, e al Paese che in precedenza i numeri indicati in finanziaria dal Governo, per ben due volte, erano stati buttati lì un tanto al chilo, senza sapere se fossero o meno corretti. Dopo che l'Europa ha alzato la voce, per due volte, solo allora il Governo ha deciso di verificare l'effettivo fabbisogno dei provvedimenti indicati nella legge di bilancio!

«Ciò - ha detto Conte - ha permesso di ridurre il disavanzo dal valore inizialmente stimato del 2,4 per cento ad un valore attestato intorno al 2,04 per cento, senza per questo modificare – né nei contenuti, attenzione, né con riguardo alla platea di destinatari, né con riguardo ai tempi di attuazione originariamente previsti – gli interventi più importanti programmati. Desidero ribadirlo: reddito di cittadinanza e quota cento partiranno nei tempi che avevamo previsto.»

E come non applaudire Conte per questo miracolo? Con meno soldi il Governo riesce a fare tutto, ma proprio tutto, quello che aveva previsto e promesso in precedenza... anche se il premier si è dimenticato di ricordare che, in via ufficiale, il Governo non ha mai detto in che modo la legge Fornero sarebbe stata rivista e in che cosa il reddito di cittadinanza sarebbe consistito. Di questi due provvedimenti, tutti ne hanno una vaga idea, nessuno però ne conosce l'esatta consistenza!

Una presa in giro che è apparsa addirittura esagerata quando il premier ha ricordato anche che «il rallentamento del ciclo economico impone, adesso, un aggiornamento delle previsioni di crescita, con indicazione di un Pil programmatico all'1% per l'anno prossimo, con una variazione che si ripercuote, per certi versi - attenzione - anche positivamente, sui saldi di bilancio tendenziali e sull'entità della correzione strutturale richiesta dal Patto di stabilità e crescita.» La precedente previsione del Governo era di un Pil all'1,5% per il 2019.

Roba da stropicciarsi gli occhi, difficile da credere, tanto è assurda! Riassumendo, Conte ha detto che il Governo farà tutto quello che aveva promesso con meno risorse rispetto a quanto aveva dichiarato in precedenza. E a quanto corrisponderebbero queste minori risorse con cui il Governo dovrà "non fare" i conti? Quasi 1 punto di Pil, poco meno di 15 miliardi di euro!

Successivamente, nel suo intervento, Conte si è esibito nel riassumere i saldi di bilancio relativi all'intero arco temporale della legge di bilancio, così come sono stati ripresentati a Bruxelles.

L'intervento odierno del premier è stato oggettivamente imbarazzante, se non addirittura ridicolo. E a tale considerazione erano già giunti pure i due titolari del Governo, Salvini e Di Maio, che quest'oggi si sono ben guardati dal presentarsi in Aula, a fianco di Conte.

Ma se il Governo ha fatto una figuraccia, va anche detto che la dichiarazione fatta da Conte suona quasi come uno sberleffo nei confronti del Senato, tanto è assurda.

Infine, da ricordare anche che Conte ha implicitamente "confessato" che se il Governo avesse fatto meglio i conti fin da subito avrebbe fatto risparmiare un sacco di soldi, viste le tensioni sullo spread e le ricadute su interessi e mutui, agli italiani che ne hanno pagato il conto, valutato dai più in circa 1 miliardo di euro.