Usain Bolt ha imboccato la strada giusta per raggiungere l'obiettivo che si è prefisso per le olimpiadi di Rio, ovvero, per usare le sue parole, il "triple triple": vincere anche qui tre medaglie d'oro (100, 200 metri e staffetta), come ha già fatto nel 2008 a Pechino e nel 2012 a Londra.

Bisogna capirlo. I fuoriclasse gli stimoli se li devono andare a cercare. La sola vittoria per lui è ormai tran-tran quotidiano.

Nei 100 metri, nonostante una brutta partenza, ha vinto con un tempo di 9 secondi e 81, battendo l'americano Justin Gatlin, che ha fatto registrare 9,89.

Come ha raccontato dopo la gara, Bolt si è reso subito conto di essersi attardato ai blocchi, ma si è detto: "Ora niente panico. Prenditi il tuo tempo e vedrai che vincerai anche qui." Quanti pensieri in neanche dieci secondi.

Del resto a Bolt correre a questi livelli non sembra costare troppa fatica. Ha tempo per riflettere e anche per divertirsi bonariamente alle spalle dei suoi avversari.

Sembra averlo fatto anche in semifinale, quando, una volta superatili, si è voltato indietro e li ha guardati con un sorriso, che qualcuno ha ritenuto trattarsi più un ghigno.

Il momento è stato immortalato in una foto (sotto) che resterà negli annali come la più bella, e forse anche la più simbolica, di tutti i giochi di Rio 2016: potenza atletica e divertimento.


Verrebbe quasi da pensare che Bolt abbia avuto anche la volontà e il tempo di mettersi in posa per il fotografo.

In quest'altra foto, lo stesso momento ripreso da un'altra angolazione. Da notare il contrasto fra il sorriso del giamaicano e la smorfia di sofferenza sul volto degli altri due atleti, fra cui il canadese De Grasse, che in finale è poi arrivato terzo.