Si è concluso giovedì il vertice Nato organizzato in preparazione del vertice di Madrid (sic!) dove si discuterà di Ucraina, nuovi ingressi e rafforzamento dell'alleanza atlantica, soprattutto sul fronte orientale... nuove procedure, nuovi armamenti e nuove spese militari.

Da segnalare al termine del vertice, la prima domanda che ha aperto la conferenza stampa del segretario generale Soltenberg. 

Thomas Gutschker, (Frankfurter Allgemeine Zeitung): Il Papa ha fatto alcune osservazioni sul possibile contributo della Nato alla guerra in Ucraina. Ha detto che non conosciamo l'intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata - e lo cito in qualche modo - provocata o non prevenuta. Sappiamo tutti che il Papa può rivendicare l'infallibilità per le sue osservazioni. Forse non per questa, ma sarei curioso di sentire la tua risposta. Grazie.

Jens Stoltenberg: La NATO è un'alleanza difensiva e la guerra in Ucraina è la guerra del presidente Putin. Questa è una guerra che la Russia ha deciso di condurre contro una nazione sovrana indipendente, l'Ucraina. E ciò che la NATO fa da molti anni è sostenere quella nazione sovrana indipendente che si trova in Europa, addestrando, assistendo, consigliando ed equipaggiando le forze armate ucraine. Questo è ciò che gli alleati della NATO e la NATO hanno fatto per molti anni. Questa non è una minaccia per nessuno. Questa non è una provocazione. Ed è quello che continuiamo a fare. Quindi, sono il presidente Putin e Mosca i responsabili di questa brutale aggressione contro l'Ucraina, un paese indipendente.

In realtà, Bergoglio aveva riportato le considerazioni ricevute da altri:

"Un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato. Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: «Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro». Ha concluso: «La situazione potrebbe portare alla guerra». Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo".

Per poi aggiungere:

"Ma il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi. È molto triste, ma in fondo è proprio questo a essere in gioco.Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi. Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli".

Ma in tempo di guerra, provare persino ad ipotizzare un ragionamento per cercare di arrivare a scoprire delle radici comuni di dialogo che possano poi portare almeno a valutare un tentativo di pace è come essere un agente del nemico. Ed anche per il papa vale la stessa regola.