Repetita iuvant, le cose ripetute giovano. Sentenza latina d’incerta origine, che si pronuncia spesso, nell’uso corrente, quando si sta per ripetere qualche cosa che già si sia sperimentata come piacevole, e talora in altro senso, per affermare l’utilità di ripetere una raccomandazione, un precetto, un ammaestramento (fonte Treccani).
Lunedì sera, Report ha mandato in onda un servizio "promemoria" su Renzi d'Arabia, che aveva annunciato così:"Mentre al Senato non passa il ddl Zan, il senatore Matteo Renzi si trova a Riyadh, in Arabia Saudita. Sta per salire sul palco del Future Investment Initiative, organizzazione nella quale è membro del comitato esecutivo e che è direttamente riconducibile al principe saudita Mohammed Bin Salman. Nel corso della prossima puntata, Report tornerà sui viaggi del leader di Italia Viva nei paesi del Golfo e sulle cariche che ricopre in alcuni consigli di amministrazione esteri. Andranno in onda delle parti inedite di una lunga intervista che Danilo Procaccianti ha tenuto con il senatore lo scorso maggio".
Un promemoria utile, perché ci ricorda quanto sia spregiudicato il modo d'intendere la politica e quello di ricoprire un incarico pubblico da parte di Matteo Renzi.
"Me ne frego è il nostro motto" recitava una canzone del ventennio fascista... sembra la sigla di Matteo Renzi. Infatti, lui se ne frega di aver venduto, da premier, bombe all'Arabia Saudita nonostante la guerra in Yemen e nonostante l'Onu avesse già denunciato i bombardamenti indiscriminati di quella nazione sui civili. Lui se ne frega di lavorare per Mohammad bin Salman Al Sa'ud, nonostante pure i suoi amici americani lo considerino un assassino. Lui se ne frega di promuovere gli interessi di Paesi come ad esempio l'Arabia Saudita dove i diritti delle minoranze vengono negati a suon di carcere, torture e assassini. Lui se ne frega di essere in palese conflitto d'interessi nel praticare l'attività di lobbista e mediatore mentre ricopre un incarico pubblico - quello di senatore - tramite il quale può influenzare le politiche dell'Italia a danno del nostro Paese in favore di Paesi stranieri (una simile attività è vietata dal Congresso degli Stati Uniti, Paese le cui regole Renzi ci porta spesso ad esempio, ma non questa volta).
Questo è un piccolo promemoria dei "meriti" elencati da Report ieri sera di cui il senatore Renzi è orgoglioso di fregiarsi. Per un elenco più completo, ma non esaustivo, è possibile vedere il servizio di Danilo Procaccianti.
A questo punto però, è inevitabile domandarsi fino a che punto l'etica di Matteo Renzi può essere plasmabile per giustificare il suo doppio ruolo, in conflitto d'interessi, di politico e uomo d'affari che usa la politica per il proprio tornaconto personale?
La credibilità, inoltre, è un fattore che riguarda la vicenda Renzi e, anche in questo caso, come è possibile ritenere credibile un politico che in politica non riconosce, se ne frega, di ciò che l'etica (al di là delle norme in vigore) detta a chiunque ricopra un incarico pubblico?
E come possono essere credibili i suoi parlamentari di Italia Viva, fidi scudieri sempre pronti a giustificare le ingiustificabili scelte di Renzi? La vicenda Zan, su cui ancora continuano ad accusare il Pd per il voto al Senato è l'ennesima riprova di quanto quelle persone siano adesso non certo dei rappresentanti del popolo, quanto degli esecutori delle manovre politiche del loro "capo".
Per fortuna, tale menefreghismo non è passato del tutto inosservato agli italiani che nell'ultimo sondaggio hanno premiato il partitino di Renzi regalandogli perfino l'1,7% delle preferenze, il 15% in meno rispetto al sondaggio precedente al "capolavoro" messo in atti al Senato sul ddl Zan.